Varese – Martedì 10 aprile alle 20:45 il Premio Chiara apre gli incontri della Trentesima Edizione con un momento di valenza sociale dal titolo: ‘Bullismo: l’ignoranza di credersi forti’. Cos’è, come si affronta e quali sono le sue conseguenze.
Il tema scottante verrà approfondito da diversi punti di vista. L’avvocato Francesca Brianza, con grandi e significative esperienze nel settore politico lombardo, presenterà la Legge Regionale ‘Prevenzione e contrasto in materia di bullismo e cyberbullismo’. “Questa legge è divenuta operativa nel 2017. – sottolinea il direttore del Premio Bambi Lazzati – E’ giusto saperlo, perché si può fare un esempio interessante: un bambino che prende la merenda dallo zaino del compagno non fa solo un dispetto. Compie un furto. Un furto di proprietà privata”.
Prenderà la parola anche il capitano dei Carabinieri di Saronno Pietro Laghezza, laureato in giurisprudenza e con importanti esperienza nell’Arma a Bari e a Taranto, dove ha comandato il Nucleo Operativo con funzioni prettamente investigative. “Larghezza ci spiegherà cosa si può fare davanti a certe situazioni e come chiedere aiuto”.
“Pensate a quando vengono postate su Facebook delle foto che mettono in ridicolo gli altri. – aggiunge la Lazzati – E’ sufficiente l’immagine di un ragazzo che cade in palestra o si fa male giocando a basket. Si pubblica la foto per deriderlo. E’ una terribile forma di violenza. Chi la subisce sta male, non vuole più andare a scuola e, a volte, prende delle decisioni veramente tragiche. Cosa deve sapere chi fa azioni di questo genere? Magari passano 10 anni e chi ha fatto quel video e l’ha messo su Facebook va a un colloquio di lavoro in una grande ditta. I selezionatori vogliono sapere chi sei e, cercando informazioni in rete, trovano queste immagini, che rimangono per sempre! Quando le vedono non ti prendono neppure in considerazione. Bisogna rendersi conto che ci sono conseguenze”.
Fondamentale l’apporto pedagogico: Sara Evangelista, che lavora da anni in ambito educativo e formativo ed è coordinatrice e consulente presso numerosi centri educativi, parlerà degli interventi in tal senso e della prevenzione come migliore strategia. “Il problema del bullismo può emergere già all’asilo o alle elementari. – afferma la Lazzati – Pensiamo a un bambino che viene sgridato perché butta per terra l’acqua o altro. Lo si riprende e lui gira le spalle e fa un gesto di scherno con la mano. Questa è già una ribellione, perché in passato avrebbe detto alla maestra: ‘ha ragione, non lo farò più’. Non servono tanti discorsi e castighi. Dev’essere una cosa immediata: hai sbagliato, fermati e pensa a quello che hai fatto. Non si può sorvolare su queste cose.”.
Dall’aspetto psicologico la tavola rotonda di domani sera passerà al tema della criminolgia con Franco Posa, laureato in medicina e criminologo attivo presso alcune procure generali sul territorio nazionale e internazionale. Posa studia il metabolismo del cervello dei criminali e, in collaborazione con Regione Lombardia, tiene attività di sensibilizzazione e contrasto al cyberbullismo e al bullismo. “Queste sono tematiche cui mi interesso da anni. – continua il direttore – Quando ho saputo che Posa avrebbe parlato in un incontro pubblico, sono andata a sentirlo e ho capito che doveva essere ospite del Premio Chiara a Varese”.
Interverrà anche la professoressa Adriana Battaglia. Esperta nel campo del disagio giovanile e autrice di testi sul fenomeno del bullismo, parlerà di Tripax: un efficace metodo europeo per prevenzione e contrasto di bullismo e cyberbullismo. Laureata in Lettere e in Giurisprudenza, la Battaglia è dirigente scolastico di un istituto di istruzione superiore, giornalista e valutatrice dei progetti della Commissione Europea.
Moderatrice dell’incontro sarà Bambi Lazzati, che aggiunge: “E’ fondamentale anche il tema del rispetto. Di se stessi e degli altri. Anche quelle che sembrano piccole cose sono prevaricazioni. Prendere il cappello di un altro e buttarlo per terra….non è uno scherzo. E’ una mancanza di rispetto, non si può fare. E questo ce lo ricordano anche i fatti di cronaca: come il caso della professoressa che è stata sfregiata dal suo alunno. Lei ha detto: ‘Ho sbagliato io, che non sono riuscita a redimerlo’. Invece non ha sbagliato lei. Questa è una pesante forma di violenza”.
Un appuntamento importante quindi, quello di domani sera, che ricalca un format di grande efficacia. “Vengono messe a confronto persone competenti che sanno quello che dicono e lo dicono brevemente. – conclude Lazzati – Per non perdere la forza dei contenuti ciascuno parlerà 15 minuti e fornirà i propri recapiti. Poi si va a casa e, magari, si contatta chi può aiutarci”.
Il Premio Chiara, rivolgendo il suo sguardo al sociale e alle problematiche giovanili, anche domani sera ci solleciterà a osservare con attenzione la realtà in tutte le sue sfaccettature e a essere consapevoli del fatto che possiamo essere aiutati e che esistono delle leggi volte a tutelarci nella nostra quotidianità.
Chiara Ambrosioni
Bullismo: l’ignoranza di credersi forti
Sala Kolbe, Viale Aguggiari 140 – Varese
martedì 10, dalle 20:45