Caravaggio è l’autore del “San Francesco in meditazione” esposto nella Chiesa della Confraternita di San Carlo Borromeo a Lugano. Il dipinto potrebbe essere, tra l’altro, il primo di altre repliche. La parola allo storico dell’arte Paolo Giansiracusa:
«Non abbiamo documenti d’archivio o testimonianze che possano dirci quando, dove e come l’opera è stata fatta. Quando manca il documento, è l’opera stessa che ci parla del suo autore, in questo caso Caravaggio. Ciò si comprende dalle coloriture calde, dall’orientamento della luce, dalla scelta dell’umiltà e della povertà che appartengono a San Francesco come a Caravaggio. Tutti elementi che caratterizzano lo stile dell’autore e, in mancanza di documentazione certa, dicono ciò che manca. Esistono più repliche di questo dipinto, un rompicapo tra vari studiosi, che cercano di capire quale tra le copie sia l’originale. L’opera mostra oltre ai caratteri stilistici, una serie di pentimenti – ripensamenti formali, strutturali e compositivi: il processo di un’elaborazione e non di una copia. Siamo davanti ad un’opera costruita ed inventata dall’artista, fino al compimento con tutte le modifiche del caso. Tutto ciò deve essere confrontato con le analisi di altri studiosi dell’artista, perché ognuno può cogliere un aspetto, una sfumatura, un elemento illuminante. Quindi il confronto, che si chiede attraverso la mostra dell’opera, può essere decisivo. Una mostra non ha solo la funzione di mostrare il dipinto alla comunità, ma ha anche la funzione di provocare gli studiosi. Come dire, interroghiamoci, cerchiamo di capire qual’è l’origine del dipinto, a chi può essere assegnato, quale può essere la sua natura: copia, replica, originale. Ecco serve a questo una mostra.»
Daniela Gulino