Mercoledì 22 aprile Sergio Sarri avrà una giornata intensa. Alla Galleria Vinciana di Milano saranno presentati, in concomitanza, il catalogo ragionato delle sue opere e una retrospettiva sulla sua produzione artistica.
L'artista ci spiega i contenuti salienti del catalogo che, stampato in 1000 esemplari che raccoglie le opere realizzate dal 1964 al 2008.
Ci può illustrare com'è strutturato il catalogo ragionato?
"Il catalogo ragionato contiene 1200 mie opere riprodotte a colori, con il numero di archivio, accompagnate da schede tecniche a cura dell'Archivio Sarri, e dai testi di Walter Guadagnini e dello stesso Sarri. Il materiale è stato reperito nelle collezioni private e nei musei di tutta Italia".
Com'è avvenuto il lavoro di ricerca e chi ha coinvolto?
"Il lavoro ha comportato un anno di duro lavoro, di ricerca allargata, non solo da parte mia, ma anche da parte di molti collaboratori".
Da chi è nata l'idea di iniziare un lavoro così importante e difficile?
"L'idea è nata da due miei collezionisti che si sono messi insieme e hanno di raccogliere, ordinare e catalogare la grande quantità di materiale che avevano accumulato nel tempo. Così hanno pensato di creare un catalogo secondo dei criteri specifici e in maniera tale da poter permettere, in futuro, una facile consultazione.
Anch'io mi ero reso conto che era necessario fare un punto della situazione e reperire, riordinandolo, tutto il materiale sulle mie opere; è stato un lavoro duro, ma utile, soprattutto, adesso, che si assiste ad una dispersione delle informazioni che, spesso ne determina anche la perdita".
Riguardo, invece, alla mostra alla Galleria Vinciana, quali e quante opere saranno esposte e secondo quali criteri?
"La mostra è un corollario della presentazione del catalogo. La considero una ‘mini-retrospettiva', perché, purtroppo, per questioni di spazio, non ho potuto presentare molte opere, ma solo una stretta selezione. Tutte le opere esposte, però, fanno riferimento al catalogo, che è stato il supporto della mostra: compaiono, in mostra, in tutto, una ventina di opere, alcune degli anni Settanta, altre più recenti".
Sfogliando il catalogo ragionato e ripercorrendo la sua produzione artistica, crede che si possa rintracciare un legame, un fil rouge, tra tutte le sue opere, anche se di periodi molto lontani tra loro?
"Certo. Contrariamente a quanto accade per altri artisti che, nella loro vita, spaziano da uno stile all'altro, da una tematica al suo opposto, trovo, in tutte le mie opere, un elemento costante: il rapporto tra l'uomo e la macchina, tra la natura e l'artificiosità in cui ero e sono immerso, ha caratterizzato, sin dai miei esordi, le mie opere, legandole indissolubilmente".
Nel corso della sua ricerca artistica si è ispirato a qualche artista?
"Molti sono stati gli artisti hanno influenzato la mia ricerca, in particolare gli artisti delle avanguardie storiche. Chiunque dica di aver inventato qualcosa, imbroglia. Si è sempre influenzati dagli artisti precedenti. L'importante , dopo aver guardato le opere altrui, è ricavare qualcosa di nuovo, con la propria personale interpretazione".
Ripercorrendo la sua intensa vita, c'è qualche periodo che ricorda con particolare trasporto e affetto?
"Sicuramente la mia giovinezza, il momento più fresco della mia vita, in cui ho dato avvio alla mia arte e le mie idee hanno iniziato a prendere forma. Poi tutto è venuto di conseguenza. Anche se ho dovuto superare molte difficoltà. La mia giovinezza è stato il periodo più bello. In fondo, spesso, ciò che è più bello, è ciò che è più lontano".