Quasi in versi – "Esiste il cinema di prosa e il cinema di poesia. Firmato Pierpaolo Pasolini. Anche nelle mostre d'arte esiste qualcosa di simile; e io credo che questa che presentiamo oggi sia una mostra di poesia". Così Giovanni Agosti, curatore, insieme con Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, della mostra: "Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini" allestita alla Pinacoteca Cantonale Giovanni Zust fino al 10 gennaio. "Una mostra – ha proseguito Agosti – che nasce da un lavoro di ricerca di oltre due anni e anche dal prezioso contributo che alcuni studenti e giovani dottorandi stanno conducendo sull'arte del territorio lombardo e ticinese. Un vero e proprio «reportage critico», affascinante e per molti aspetti del tutto inedito, che restituisce la rilevante produzione artistica rinascimentale del Canton Ticino: un capitolo ineludibile dell'arte lombarda ed europea di quel periodo".
Tour – Infatti, il territorio dell'antica Diocesi di Como e delle Tre Valli Ambrosiane, dal San Gottardo al San
Bernardino, tra laghi e fiumi (il Ticino, su tutti), catalizza, tra gli anni Settanta del Quattrocento e la metà del secolo successivo, una produzione artistica di assoluto rilievo. "La mostra – ha spiegato Agosti – getta nuova luce su autentici capolavori dell'arte europea e su opere di grandi autori come Gaudenzio Ferrari, Bernardino Luini (in mostra sono visibili due monumentali tele, un San Sebastiano e un San Cristoforo, restate ingiustamente ai margini del suo catalogo per l'intero Novecento), Giovanni Agostino da Lodi, Bramantino e Francesco De Tatti, gloria varesina documentato dal 1512 al 1527". In mostra è documentata non solo la produzione pittorica del periodo ma vengono offerti allo sguardo del pubblico materiali differenti che i visitatori potranno ammirare a distanza ravvicinata come due crociere ricamate provenienti da Chiggiogna, una bellissima pace in argento, alcuni manufatti liturgici in rame dorato, un meraviglioso arazzo realizzato su cartone di Bernardo Zenale. Tra i pezzi imperdibili di questo autentico florilegio, una scultura lignea di Giovanni Angelo Del Maino raffigurante la Madonna svenuta e un San Giovanni Battista di Tommaso Rodari (da poco recuperata grazie a Luciano ed Eugenio Gritti e praticamente sconosciuta al pubblico).
Doppio catalogo – Nel corso della preparazione di questa mostra, inoltre, sono state ricostruite vicende di dipinti che hanno lasciato le terre ticinesi per finire dispersi ai
quattro angoli del mondo. La fortuna nell'Ottocento di Bernardino Luini ha favorito la diaspora delle sue opere: eccezionalmente ritorna, grazie alla generosità del Philadelphia Museum of Art, uno scomparto del polittico, commissionato dalla famiglia Torriani, che si trovava sull'altar maggiore di San Sisinio a Mendrisio e che ha lasciato la chiesa alla fine del Settecento. Nella rassegna si vedono anche opere pressoché prive di storia che emergono oggi alla ribalta e non poche scoperte sul fronte dell'identificazione di autori e date di esecuzione. Anche per l'enigmatico Bramantino non mancano importanti novità, rilevabili anche dalla scheda di catalogo: finalmente della Fuga in Egitto di Orselina è possibile proporre una decifrazione della misteriosa iconografia, alla luce dei Vangeli apocrifi. Doppio catalogo: uno con i testi critici e le schede di tutte le opere e l'altro con gli itinerari per scoprire grandi capolavori in situ.
Come una exclave – La tradizionale gravitazione di Varese e del suo territorio verso la Svizzera, inoltre, ha dato vita a una sorta di vetrina della mostra nella Sala Veratti. Nel refettorio settecentesco dell'ex convento di Sant'Antonino saranno esposte, a partire dal 16 ottobre 2010, due tavole del più importante pittore varesino del Rinascimento: Francesco De Tatti. Ritorna per la prima volta in Italia, generosamente prestata dal Museo di Nancy dove si trova dal 1907, la Madonna con il Bambino e angeli firmata e datata 1512, commissionata da Gian Guido Orrigoni e destinata probabilmente alla chiesa di San Martino a Varese. Dalla parrocchiale di Craveggia, in Val Vigezzo, giunge un Cristo in pietà che poteva costituire l'elemento superiore del polittico da cui proviene la tavola di Nancy. A rinforzare idealmente il senso di questo gemellaggio è giunta la recente scoperta documentaria che Francesco De Tatti ha realizzato nel 1526 un polittico, oggi perduto, per la comunità di Rancate. Il Comune di Varese e l'Università degli Studi di Milano hanno inoltre sostenuto la messa a punto di un regesto completo dell'attività di questo pittore.
Il Rinascimento nelle terre ticinesi
Da Bramantino a Bernardino Luini
Dal 10 ottobre al 9 gennaio 2011
Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
Rancate (Mendrisio), Canton Ticino, Svizzera
Orario: da martedì a venerdì: 9.00 – 12.00/14.00 – 18.00;
sabato, domenica e festivi 10.00 – 12.00/14.00 – 18.00
chiuso lunedì
Tel: 0041 (0)91 816.47.91; decs-pinacoteca.zuest@ti.ch; www.ti.ch/zuest
A cura di: Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi
Coordinamento scientifico e organizzativo: Mariangela Agliati Ruggia e Alessandra Brambilla
Gruppo di lavoro: Giovanni Agosti, Maria Teresa Binaghi Olivari, Alessandra Brambilla, Carlo Cairati, Andrea Canova, Lara Calderari, Giuseppe Chiesi, Louise Dalmas, Laura Damiani Cabrini, Simone Facchinetti, Davide Mirabile, Paolo Ostinelli, Giovanni Romano, Massimo Romeri, Nicola Soldini, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi, Silvia Valle Parri.
Allestimento: Claudio Cavadini
Rinascimento nelle terre ticinesi
Da Bramantino a Bernardino Luini
Dal 16 ottobre al 9 gennaio 2011
Sala Veratti, via Veratti 20, Varese
Ingresso libero
Per informazioni: IAT Varese 0332/281913