Si sta dando da fare Sandra Tenconi con la tenera frenesia che da sempre contraddistingue il suo essere donna e artista. Si sta preparando ad un nuovo, importante appuntamento espositivo, ricapitolante, riepilogante la sua lunga carriera. Nella sua seconda o terza città del cuore dopo la Varese dove è nata, Bosco Val Travaglia, dove sono cresciuti insieme con lei, come ossessioni divoranti i roccoli delle prime sue stagioni, quella Pavia che è terzo approdo dove la vita l'ha condotta.
Paesaggi umani 1957 – 2007 è uno sguardo a ritroso e una conferma del presente, di una vitalità che ancora sa affrontare la tela con le nevrosi fluidamente incanalate a sciogliere i propri magmi interiori, andando oltre i propri cliché espressivi. La Tenconi ha i suoi leit motiv, da sempre: l'insistere sul corpo dell'uomo, lo smatassare i grovigli dei rovi, far emergere dall'elemento arboreo l'aura somatica. E ancora predilezioni emotive, da donna viaggiatrice romantica, che taccuina quello che le tocca il cuore: gli argini del Ticino, il Monte San Martino, il bianco delle Apuane, il fiorire della Provenza, o più di recente, esposti in una suggestiva mostra ad Ankara e poi in una antologica al Castello di Masnago nel 2002, gli infuocati tramonti del Bosforo.
A questi cicli dell'anima, a vario titolo, una sorta di Saint Victoire di cézanniana ascendenza, più di recente ha aggiunto altri capitoli: le cascate del Tirolo, quelle del Potomac, le bagnanti, altri temi in cui il suo lombardismo di fondo è quanto mai messo in rilievo, in cui trapassa dalle tecniche, grafiche, matita, carboncino, conté, nelle quali è lirica assoluta, ad una gesto, appunto frenetico, virile più che femminile, con quella spatola che sembra grumare e poi raschiare, e poi ricoprire e di nuovo far rischiarare i colori acrilici.
Con una espressività, che arriva, nel cinquantennio di attività, davvero al limite dell'informale, ancora più materica, ancora più spavalda, ancora più incurante dell'età; una cura, all'inverso, che germoglia da una invidiabile vigoria fisica e di una creatività debordante, vitale a dispetto dei suoi settant'anni.
In mostra una settantina di opere tra acrilici, disegni e pastelli. In catalogo, il testo critico di Susanna Zatti e un contributo di Antonietta Grignani. L'appuntamento è per l'8 giugno presso lo Spazio Arti Contemporanee Broletto, con il patrocinio dell'assessorato alla Cultura del Comune di Pavia.