Erba – L’opera “Il Rosario di Fibonacci” realizzata da Giorgio Piccaia, esposta prima al Battistero di Velate a Varese (Piccaia, omaggio a Fibonacci, novembre 2021) e poi al Battistero di Agrate Conturbia (Piccaia, omaggio alla Natura, dicembre 2021/febbraio 2022), ha ora trovato sede nel cortile del Comune, centro attivo, ricco di storia e di cultura.
L’opera, inserita nella collezione di Alessandro Chiappini e Franco Giorcelli, rimarrà esposta nel patio interno di Villa Majnoni per i prossimi vent’anni come da accordi tra i proprietari e l’amministrazione comunale.
La scultura è composta da un gomitolo di 55 centimetri di diametro, in corda di nylon arancio e corda di cotone annodate seguendo la sequenza di Fibonacci, nella quale ogni numero è uguale alla somma dei due precedenti. Il gomitolo a sua volta è inserito in un cubo di 89 centimetri per lato. Delle sei facce del cubo, 4 sono dipinte in acrilico con i numeri di Fibonacci, e le due restanti (sopra e sotto) con il numero zero. In quest’opera la sacralità del rosario si fonde con la corda annodata secondo la sequenza, che riporta la proporzione “divina” della sezione aurea, frequente in natura e ripresa nell’ambito delle arti quale canone di armonia estetica. Tutto può essere interpretato numericamente: dall’architettura delle conchiglie, dalle proporzioni auree dei templi classici, alle raffigurazioni pittoriche. Il Numero per Fibonacci rispetta la Totalità, di cui è intessuta armonicamente l’essenza del cosmo, della natura e dell’essere umano.
“Il mio lavoro artistico è un rituale, – ha spiegato l’artista – è recupero della memoria; utilizzo i numeri della sequenza come via per arrivare alla proporzione divina interiore e all’essenza della conoscenza. I numeri, come segni, nella loro perfezione non sono riscontrabili nella Natura. Sono nel processo di reminiscenza della forza vitale che molti chiamano anima in cui sono sempre stati presenti. Sono Natura e sono parte di ogni cosa”.
E riallacciandosi alla situazione attuale, Piccaia ha poi aggiunto: “Oggi il bombardamento di numeri legato alla pandemia, alla violenza e alle guerre è una realtà; riconoscere i simboli è superare il caos, è arrivare alla Totalità della Natura, è formazione del Cosmo“.
L’arte di Giorgio Piccaia, da sempre imperniata sulla capacità di dare forma, volume e colore a una visione del mondo, non poteva rimanere indifferente a ciò che ha coinvolto l’umanità, la totalità. Gli effetti della pandemia sull’uomo infatti hanno dato vita a una diversa visione del mondo. Gli artisti, forse più di altri, hanno sentito e vissuto questo “cambiamento” come dimostra il nuovo sguardo nella loro ricerca e ancor più nell’espressione interpretativa di una nuova realtà.
Tempo di pensiero, tempo di studio, tempo di lavoro per Piccaia che non ha mai smesso di impiegare le forze fisiche e della mente sul progetto della Natura: Dio è la natura e la natura è divina, invitando a considerare la stessa in accordo con la concezione panteistica di Baruch Spinoza e di altri due grandi personaggi dell’alto medioevo (in realtà senza tempo): Leonardo Pisano detto Fibonacci e San Francesco d’Assisi che, entrambi hanno avuto un effetto o un riflesso nel pensiero dell’uomo e del suo rapporto con la Natura che è creazione di Dio.
L’opera sarà visibile all’ingresso di Piazza Prepositurale. Inquadrando il QRcode, presente sulla targhetta dell’opera, sarà possibile leggere la biografia dell’artista, il comunicato stampa e le recensioni di critici d’arte e curatori.