Conosciuto soprattutto come pittore e poeta "filosofo", a Chiasso viene presentato il Salvator Rosa incisore grazie ai disegni preparatori, alle preziose matrici in rame e alle stampe corrispondenti.
Personalità complessa, collerica e al tempo stesso geniale, Salvator Rosa esprime nelle sue pitture stoiche, mitologiche e filosofiche una continua curiosità e spirito di meraviglia che tocca anche l'aspetto esoterico, alchemico e magico fino a quello musicale e poetico.
In mostra è inoltre messa in luce la risonanza che ha avuto negli ambienti culturalmente più vivaci in ambito europeo e in particolare la sua fortuna critica con il mondo del Nord (Germania e Inghilterra) tramite la diffusione delle sue stampe ieratiche con iconografie inconsuete e delle sue celebri "Satire" in terzine, pubblicate postume.
Apprezzato pittore dai circoli culturali più aggiornati, la
produzione artistica di Salvator Rosa, pur ottenendo un significativo successo in vita, venne minata da forti critiche in concomitanza con il periodo più oscuro della Controriforma.
Ciò contribuì a creare il fascino del "personaggio" mitizzato nella storiografia ufficiale tra fine Settecento e inizio Ottocento, in un crescente clima romantico legato anche all'estetica del sublime. Sarà in particolare la cultura mitteleuropea a rivalutarlo con importanti biografie e riproduzioni a stampa delle sue opere fino ad arrivare a Goya. Una sezione dell'esposizione è quindi specificamente dedicata a tale aspetto.
La mostra è promossa in collaborazione con la prestigiosa Stiftung Bibliothek Werner Oechslin di Einsiedeln (Canton Svitto) e curata da Werner Oechslin, direttore dell'omonima Biblioteca e professore emerito di Storia dell'arte e Storia dell'architettura al Politecnico Federale di Zurigo, e da Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina di Chiasso.
I materiali presentati provengono inoltre dalla Civica Raccolta delle Stampe "Achille Bertarelli" di Milano, dall'Istituto Centrale per la Grafica di Roma (Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, MIBACT), dalla Graphische Sammlung del Politecnico Federale di Zurigo, dal Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi di Firenze, dal Museo Civico Ala Ponzone di Cremona e da importanti collezioni private, sia dal Canton Ticino, sia dall'Italia.
Fra le opere principali esposte: "Il genio di Salvator Rosa", "Alessandro Magno nello studio di Apelle", "Cerere e Fitalo", "Glauco e Scilla", "Apollo e la Sibilla Cumana", "La caduta dei giganti", "Il martirio di Attilio Regolo", "Il sogno di Enea", "Diogene che getta via la scodella", "Democrito in meditazione", "L'Accademia di Platone", "Combattimento di tritoni" e le enigmatiche figure di uomini e soldati da cui l'appellativo di "Salvator delle battaglie".
La mostra e il relativo catalogo hanno pertanto l'obiettivo di focalizzare la grandezza del maestro del Barocco, che sta nell'aver trasmesso ai suoi contemporanei, e a chi è venuto dopo di lui, uno spirito critico mosso da grande libertà di pensiero e di indipendenza rispetto a schemi prefissati: in questo si riscontra ancor oggi la sua forte modernità.
Salvator Rosa (1615-1673) incisore
Trasformazioni tra alchimia, arte e poesia