Ad arricchire il panorama artistico di Angera, oltre alla rinomata Rocca con i suoi cicli di affreschi, è il Santuario della Madonna della Riva. Questa chiesa sorge sul lungolago della cittadina, di fronte al porto austriaco, sul luogo dove sin dal XV si trovava un affresco votivo raffigurante una Madonna col Bambino. Come vedremo si tratta però di un progetto incompleto: l'imponenza dell'edificio, sproporzionato nelle dimensioni, ne è la testimonianza più evidente.
Il miracolo. Il 27 giugno 1657 l'affresco della Madonna, risalente al 1443 e posto su una parete laterale di una casa, sembrò sudare sangue: una donna che si fermò a pregare di fronte all'effigie se ne accorse e gridò al miracolo. Il prevosto raccolse con un drappo di lino le gocce di sangue ed in seguito ad indagini diocesane l'immagine venne dichiarata venerabile. La grandezza e la popolarità dell'avvenimento convinsero l'arcivescovo, il prevosto Giorgio Castiglioni e il conte Renato Borromeo a costruire una chiesa proprio in quel luogo e si diede incarico all'architetto milanese Gerolamo Quadrio di progettarne la costruzione.
La chiesa incompiuta. Il progetto del 1662 che si
prospettava per il Santuario era maestoso: un edificio ottagonale, con portici e colonnati attorno, due torri campanarie e due ampie sacrestie, con la facciata che si prolungava sul lago e l'accesso laddove oggi si trova il porto, proprio di fronte ad Arona. La costruzione però non riuscì ad andare oltre quello che nel progetto era l'abside dell'edificio, in parte dovuti all'insorgere di problemi economici. Nel corso del XVIII secolo venne innalzato un piccolo campanile e nel 1943 una nuova facciata sostituì quella provvisoria divenuta pericolante, opera dell'architetto Rino Ferrini di Angera.
L'interno. All'interno l'altare ospita la veneranda immagine, staccata dal muro e trasportata su tela, della Madonna col Bambino. Numerosi ex voto vengono conservati all'interno del Santuario, testimonianze delle grazie ricevute dalla sua intercessione. Le pareti sono ornate con dipinti provenienti in gran parte dalle altre chiese angeresi: Tra le tele conservate, spiccano il maestoso dipinto raffigurante la Visita di S. Carlo alle Tre Valli, che nel Seicento ornava le ante dell'antico organo della chiesa parrocchiale, e due dipinti di dimensioni inferiori, l'Ascensione e l'Assunzione della Madonna. Ritenute prima del Morazzone, poi di Procaccini e di Isidoro Bianchi, queste opere sono state recentemente attribuite a Bartolomeo Roverio detto il Genovesino che probabilmente le dipinse attorno al 1623.