Nuovi percorsi. La conferenza, oltre a illustrare grazie agli interventi di Ada Masoero e dei due curatori della mostra Fernando Mazzocca e Carlo Sisi le opere esposte a Padova, ha presentato al pubblico milanese il nuovo allestimento della Galleria d'Arte Moderna, nato proprio da una riflessione intorno al tema del Simbolismo e della "visibilità" di questa corrente all'interno del percorso di visita del museo. Come ha spiegato Paola Zatti, dedicando una sala monografica a Gaetano Previati ed esponendo nell'ultima sala le opere del Segantini simbolista, poste in dialogo con un dipinto di Pellizza Da Volpedo, due sculture di Bistolfi e un'opera di Alberto Martini in deposito dal Museo del Novecento, si è voluto sottolineare l'importanza di questa corrente e il suo essere "ponte" verso il nuovo secolo e quindi ideale collegamento con le opere esposte all'Arengario.
Le diverse anime del Simbolismo italiano. La corrente simbolista, che si diffuse in tutta Europa nell'ultimo
ventennio dell'Ottocento, ebbe in Italia i suoi maggiori centri di elaborazione a Roma, intorno alla personalità di Gabriele D'Annunzio, e a Milano, dove nacque dalla riflessione sulla nuova tecnica divisionista. Come ha sottolineato Fernando Mazzocca, queste due "officine" del Simbolismo italiano hanno caratteri molto diversi tra loro e sono da inserire in un complesso tessuto fatto di centri e di personalità maggiori e minori, che la mostra ha voluto ricostruire per evidenziare la varietà e la ricchezza di questo momento artistico. Al simbolismo "romano" di De Carolis e di Sartorio, che guardano all'antico sia per motivi formali sia per tecnica esecutiva, si affianca il simbolismo "milanese" e "torinese" di Previati, Segantini, Pellizza da Volpedo e Morbelli, caratterizzato dall'utilizzo della tecnica divisionista e dall'interesse per tematiche non solo simboliche – legate al tema della vita e dello scorrere del tempo – ma anche esplicitamente sociali, rivestite spesso però, come avviene per il Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, di valenze che vanno ben a di là di un significato episodico e circoscritto.
Prestiti "virtuosi". Il prestito concesso dalla GAM, oltre a essere un'occasione per approfondire ulteriormente la storia dei due dipinti di Segantini e farli conoscere a un pubblico più ampio, ha innescato un "processo virtuoso" che ha permesso il restauro dell'opera Le due madri, che rientrerà al museo dotata di una nuova cornice, e ha avviato un progetto, sostenuto dalla Fondazione Bano promotrice della mostra, per la creazione di un sistema di didascalie che renderà più facilmente fruibili le opere esposte a Villa Reale.
Il Simbolismo in Italia
a cura di Fernando Mazzocca, Carlo Sisi, Maria Vittoria Marini Clarelli
Padova, Palazzo Zabarella
Dal 1 ottobre al 12 febbraio 2012