Konrad Klapheck / Wanda Richter
Un'azione semiautomatica, un enigma surreale, una citazione di ascendenza Bretoniana, un caleidoscopio di ricordi, doppi-sensi, più o meno coscienti – Alla duet art arriva un binomio intessuto di realismo, rimandi alla Nuova Oggettività e simbolismo, incarnati nella mostra di Konrad Klapheck e Wanda Richter-Forgàch, già ospiti della galleria varesina di Vicolo Santa Chiara.
Uno stile, il loro, con non pochi punti di tangenza, capace di rifarsi da un lato al realismo classico e distaccato, dall'altro agli "oggetti a funzionamento simbolico" creati dai Surrealisti.
Klapheck, inoltre, incontrò a Parigi Marcel Duchamp e dal 1954 intrattenne rapporti di amicizia e scambio con Max Ernst, André Breton e René Magritte. Per l'artista di Düsseldorf dipingere è da sempre un modo per rivisitare il passato, fare affiorare i ricordi e affrontare le difficoltà della vita presente. La sua autobiografia per immagini si sviluppa a partire dalla metà degli anni Cinquanta attraverso ritratti di macchine e oggetti quotidiani della casa e dell'ufficio, dipinti con fredda e semplificata precisione. In una sorta di Recherche di sapore proustiano, Klapheck evoca sulla tela quegli oggetti che compongono il mondo meccanico della sua infanzia. Ecco perchè l'autore paragona l'atto del dipingere ad una seduta psicanalitica, nella quale il paziente, sdraiato sul lettino, racconta al dottore il suo sogno cercando di trovarvi un significato.
La pittura di Klapheck è caratterizzata da uno sguardo partecipe, colmo di affetto e tenerezza per quegli utensili che l'hanno accompagnato o lo accompagnano nella vita di tutti i giorni. Li ritrae isolati nella solitudine della tela, quasi come fossero esseri umani. Scova in ognuno di loro una personalità nascosta, mantenendone sapientemente intatta l'aura di mistero. Come diceva Magritte, l'artista deve fare della pittura uno strumento che approfondisca la conoscenza del mondo, "ma una conoscenza che sia inseparabile dal suo mistero".
Dal 1997 Konrad Klapheck, oltre che agli oggetti, si è dedicato con grande passione anche alla figura. Se gli oggetti paiono personaggi dotati di vita propria, le figure umane sono ritratte con una fissità che le rende simili agli oggetti.
Un altro ciclo recente è invece dedicato a interni e paesaggi con nudi. Qui fonte d'ispirazione sono da un lato le fotografie erotiche dell'Otto e Novecento, dall'altro i capolavori dei grandi maestri. Ed ecco uno dei punti di contatto tra i due autori.
"La pittura non cessa mai di stupire, ci sono sempre sorprese anche per l'artista. La vicinanza della pittrice Wanda, i suoi consigli, mi sono indispensabili per fare chiarezza", conclude Klapheck. Gli fa eco Wanda Richter-Forgàch: "Il giudizio dell'altro è prezioso in ogni fase del lavoro. Siamo l'uno il critico più severo dell'altro". Nata a Berlino, alle spalle la lunga esperienza, dal 1963 al 1986, come costumista per oltre duecento produzioni
Klapheck / Wanda Richter
teatrali a fianco dello scenografo Thomas Richter-Forgàch, la pittrice si è fatta apprezzare per alcune delicate nature morte e per i suoi "Ignudi illuminati", la serie di nudi dipinti a partire da bozzetti realizzati durante soggiorni nei luoghi termali.
Ora a Varese presenta un nuovo ciclo di paesaggi, dipinti ad acrilico negli ultimi cinque anni, nei quali acqua, cielo e terra sono le quinte di un teatro dell'immaginazione. Soggetto delle tele non sono infatti luoghi precisi, facilmente identificabili grazie a qualche indizio. La sfida della pittrice non è la descrizione di un ambiente, ma la registrazione di un'illuminazione, di un'epifania. La pittura non è racconto, ma visione. I modelli vanno da Rembrandt a Bellini, a Van Gogh, ma è Marc Rothko la grande ispirazione. La produzione giovanile dell'artista americano, caratterizzata da una figurazione surrealista e da paesaggi fantastici, manifesta già la predilezione per il colore puro, sempre intenso e di vibrante luminosità, sul quale Rothko fonderà la sua successiva adesione a un astrattismo contraddistinto dagli ampi campi di colore e dall'attento studio dei rapporti cromatici.
Si spiega così la scelta del titolo "Paesaggi dell'anima", che allude a una forma di romaticismo contemporaneo, dove la Natura è intesa come luogo dell'immersione e dell'esperienza spirituale dell'individuo e la pittura sgorga dall'urgenza di dare espressione alle inquietudini dell'anima. Per cogliere quella forza creatrice che è nella Natura e che parla come per simboli dell'interiorità dell'uomo, l'artista si dedica a un attento e partecipe studio del paesaggio. Wanda ha sempre avvertito una forte esigenza di concretezza e il punto di partenza è dunque il dato reale, anche se non immediatamente riconoscibile perché filtrato dall'io dell'artista.
Mostra personale di Konrad Klapheck / Wanda Richter-Forgàch
Dal 16 febbraio al 30 marzo 2012
Varese, DUETART GALLERY, Vicolo Santa Chiara 4
Orari: da martedì a sabato, dalle 15.30 alle 19.30
info@duetart.com – www.duetart.com
Ingresso libero
Vernissage: 16 febbraio 2012, ore 18.00