Vi sono titoli che pur nella loro essenzialità sono in grado di determinare a priori l’intera impalcatura narrativa.
Così è per “Il tempo e il luogo” dell’ingiustamente dimenticato Jurij Trifonov (Mosca 1925 – 1981) per la traduzione di G. Venturi.

Un tempo di assenze e dimenticanze scorre tra silenzi intercalati da ammissioni e negazioni, promesse raramente mantenute e veglie sempre tese a cogliere ogni vibrazione attorno.
Il piccolo mondo entro il quale si muove il protagonista assume, nella prosa di Trifonov, echi sconfinati dove la vita pulsa incessante composta da minuzie esistenziali che nel loro insieme compongono una sinfonia stupefacente quanto inarrestabile.

La vita del bambino Sake, alter ego dell’autore, è mirabilmente tracciata in un espediente narrativo che solo i grandi scrittori possono permettersi. Dopodiché l’esistenza del protagonista scorre coinvolgendo emotivamente il lettore sino all’esito finale, con una misura di scrittura dove passato e presente si fondono poiché “ Ricordare e vivere è tutto uno, così legato che non si può distruggere l’uno senza distruggere l’altro, e tutto insieme compone un certo qual verbo, che non ha definizione”.
Con minuziosa sapienza Trifonov affonda il bisturi nelle piaghe del suo Paese, incidendo la carne nel profondo.
E nel continuo udire, pensare, osservare dona magistralmente corpo e anima al Tempo e al Luogo.

PROMEMORIA: I LIBRI SI ACQUISTANO IN LIBRERIA

Jurij Trifonov – “Il tempo e il Luogo” – Editori Riuniti, pp.382, Euro 10,80

Mauro Bianchini