Un incontro in cui l'archeologia e i rapporti umani si sono seduti allo stesso tavolo, una bella e sana chiacchierata archeologica tra amici, in nome della volontà comune di fare qualcosa per il nostro bel territorio, e fondata sulla consapevolezza che il volontariato sia un'importante risorsa. Tanti gli spunti, le novità emerse nel XIV Meeting dei Gruppi Archeologici del Dopolavoro ferroviario, organizzato a Luino dal Gruppo Archeologico luinese, che in questo modo ha festeggiato i cinque anni di attività.
La parola alle Università: dagli Etruschi di Tarquinia… I lavori, dopo i saluti delle autorità, sono stati aperti dagli esponenti di alcune Università italiane, con le quali in anni recenti i volontari hanno avuto modo di collaborare. La Prof. Bagnasco, della Statale di Milano, ha parlato dei lavori archeologici di Tarquinia, che hanno interessato un'area di necropoli e una templare.
…Alle le luci di Mozia… Con De Bonis, della Sapienza di Roma, l'attenzione si è spostata in Sicilia, a Mothia: anche qui i volontari spesso sono stati fondamentali nei lavori preliminari allo scavo archeologico, con interventi nel tophet e nel Kothon; hanno contribuito alla valorizzazione del sito, organizzando una illuminazione notturna delle aree più interessanti.
L'uomo di Neandertal nella Maremma toscana – Il dott. Bachechi dell'Università di Firenze ha invece incuriosito la platea con il racconto della scoperta di tracce di
frequentazione umana, come punte di freccia e ossa animali, in Maremma databili a circa 130000 anni fa.
In Umbria nella villa di Rufione – Ancora un salto nel centro Italia con il dott. Creatore, direttore degli scavi a Giano d'Umbria. Qui fra mille difficoltà, dovute soprattutto alla natura agricola del terreno, è emersa un'enorme villa romana, ancora in corso di indagine, impreziosita da intonaci, mosaici, terrecotte architettoniche. Un bello scavo, che rischia, però, per la situazione di crisi dei beni culturali, di non avere un seguito ed è per ora sostenuto da Università spagnole.
L'ispettore onorario e la necropoli romana – Ha riportato alla realtà locale l'intervento della dott.ssa Alpago Novelli, conservatrice del Museo di Arsago e ispettore onorario di Sovrintendenza dagli anni Sessanta. Come ha sottolineato lei stessa, il ruolo di conservatore onorario, cioè volontario è fondamentale per il controllo e la tutela del territorio. La sua personale esperienza l'ha portata a seguire tutti i cantieri di Arsago. Con la dott.ssa Motto l'attenzione è tornata all'archeologia locale: dal 2004 a oggi i volontari guidati da archeologi professionisti hanno lavorato nel recupero delle sepolture a S. Giorgio su Legnano, spesso in condizioni climatiche difficili.
Il punto sul volontariato – L'importanza dell'apporto del volontariato è stata ribadita anche dall'intervento del dott. Ragni, del Centro Nazionale del Volontariato. I volontari sono una forza importante, specie in questo momento di crisi economica, perché possono essere di aiuto ai lavori delle Sovrintendenze, segnalando ritrovamenti archeologici, organizzando ricognizioni e scavando loro stessi accanto ad archeologi professionisti. Un grosso problema, però, rimane ancora oggi aperto, ovvero la legislazione ed il discorso sicurezza dei volontari, la loro assicurazione. Proprio questi saranno i punti che si cercherà nei prossimi anni di portare avanti a carattere nazionale.
Un video dal Veneto – Ha chiuso la prima parte del convegno la proiezione di un documentario, realizzato dai volontari del Gruppo archeologico dlf del Veneto, in cui, passo a passo, è stato seguito lo scavo archeologico di una necropoli paleoveneta, dalle primissime fasi, cioè
lo scotico del terreno, fino alla rimozione degli oggetti.
I gruppi archeologici si presentano: le incisioni rupestri di Luino. Nella seconda parte del pomeriggio, la parola è passata ai rappresentanti dei singoli gruppi, che hanno raccontato le attività in cui sono stati impegnati in questo ultimo anno. Il Gruppo archeologico luinese, come è emerso dalle parole di Rizzi, ha affiancato all'attività di tutela del territorio di Luino e di altri comuni limitrofi, un vero e proprio progetto di ricerca: l'archiviazione informatizzata delle incisioni rupestri emerse in anni di ricerche sul territorio.
Gallarate e l'antropizzazione – Anselmo Carabelli del gruppo di Gallarate ha sottolineato l'impegno costante del gruppo nella cosiddetta archeologia ambientale: l'impegno cioè a ricostruire il territorio nel passato attraverso le carte geografiche, le foto da satellite e anche ricognizioni sul campo. Solo così è possibile comprendere con quanta incisività l'uomo sia intervenuto nell'ambiente che lo circonda.
Da Foligno e dintorni a Roma – Il gruppo archeologico di Foligno, come ricordato da Giorgio Petrini, ha invece collaborato con la Sovrintendenza in due scavi, a Foligno, dove è emersa una necropoli arcaica e a Bevagna, sede di un santuario di epoca romana. Infine Francesca Ventre ha sottolineato l'impegno del gruppo di Roma, diviso fra visite guidate, viaggi a tematica archeologica e corsi tecnici.
Ce la si può fare – Il convegno si è chiuso con un invito a continuare questa costante valorizzazione del patrimonio culturale italiano. Fino ad ora i gruppi archeologici del dopo lavoro ferroviario hanno fatto molto sempre con un alto grado di scientificità. E molto spesso tutto ciò è avvenuto con pochissime risorse economiche, grazie all'intervento di volontari. Un importante messaggio di speranza, quindi soprattutto per i giovani, sempre più presenti nel volontariato culturale.