La "soffiata" e l'impresa già avviata – Per telefono raggiungiamo a Fenegrò – dove vive e lavora – il maestro Mario Bogani che, per indiretta via, sappiamo impegnato nella "decorazione" pittorica della Chiesa dei Santi Ambrogio e Martino di Cairate. Si tratta di una continuazione dell'impresa, perchè nell'edificio sacro, non piccolo e dalla sobria architettura in mattoni a vista, che ricorda una fabbrica, Bogani ha già lasciato tracce eloquenti della sua arte. Il Cristo dell'abside giganteggia dai suoi 8 metri di altezza, ma con leggerezza; l'arco trionfale ospita il dinamismo dei Santi più che la loro agiografia. E non è finita…
Maestro, a cosa sta lavorando?
"Sto finendo altri due pannelli per Cairate: La chiamata di Pietro è quasi finita mentre Zaccheo è appena abbozzato."
Quanti pannelli deve eseguire in tutto?
"Sono 12 in tutto, 8 piccoli e quattro più grandi. I piccoli misurano 2,70 x 2,20, ne ho già finiti altri due che sono lì arrotolati: Il Padre Nostro e La Pentecoste, mentre uno grande, Le Nozze di Cana, si trova già nella navata."
Quando verranno collocati?
"Appena possibile, forse a settembre."
Su che supporto lavora?
"Su tela trattata con materiali minerali – fibro-mineral – con colori silossanici, fatti apposta. Sono un misto di silicati e di acrilici, molto resistenti. E' un metodo che uso da un anno, molto soddisfacente."
Perchè non l'affresco tradizionale?
"Perchè avrebbe costi più elevati, con l'intervento del muratore e una procedura di esecuzione più complessa, che conosco e ho praticato altre volte."
Anche a Cairate?
"A Cairate, nell'abside e nell'arcone, su dimensioni considerevoli, ho adoperato l'acrilico lavorando direttamente sul muro. Questi ultimi, visto le misure, posso realizzarli in studio e applicarli a parete in un secondo momento."
Lei, per le chiese, ha lavorato e lavora su commissione: le pesa? Non si sente condizionato?
"Dipende…ci sono dei preti intelligenti che ti lasciano lavorare, non intervenendo più di tanto. Lì tu ti esprimi al meglio! Altri sono più pignoli, ad esempio quando si tratta dei Santi, che si vogliono somiglianti."
Qual'è stato il suo lavoro più riuscito?
"La chiesa dei Salesiani di Brescia, dove ho eseguito 1700 metri quadrati di affreschi: il parroco era un pittore, ci siamo capiti al volo."
E a Cairate: com'è andata?
"Bene, anche se il nuovo parroco si è ritrovato a dover continuare un'opera iniziata da altri…"
Le piace anche quella tinta celestiale sulla volta della chiesa?
"Non proprio…ma è stata una soluzione che ha legato il grande vuoto."
Quando ultimerà i dipinti della navata di Cairate?
"I bozzetti li ho già fatti e sono stati approvati, alcuni sono finiti, penso di consegnare l'intero ciclo entro il 2008."
Quale altra impresa l'aspetta?
"Per una chiesa di Collodi, mi aspettano 480 metri quadrati di pittura."
Perchè si è dedicato all'arte sacra?
"La pittura è religiosità, innanzitutto, e l'arte sacra è diventata il mio mondo. Più libero fuori dalle chiese, è evidente, ma anche lì cerco di mantenere uno stile dinamico, informale, personale. Pur partendo dalla lettura dei testi sacri, ci metto dentro degli sdoppiamenti, cerco di dare movimento alla scena, agli sfondi."
Che importanza ha la luce?
"La luce è tutto, è quella che conta. Spero che le mie opere abbiano luce, aria, atmosfera."
Ce l'hanno eccome. Il Vangelo secondo Bogani respira di una leggerezza di toni e di una poesia tutta sua. Il Maestro, settantacinquenne, non dipinge un catechismo ma la trasfigurazione moderna, non senza inquietudini, di una storia semplice e sublime.