Varese – Arte come legame con la natura. Un concetto che oggi, in tempi di grandi intellettualismi, può apparire strano, persino banale. Ci si dimentica che il rapporto con la terra è alla base di quasi tutte le culture, come testimoniano i dolmen di Stonehenge o l’arte degli Indiani d’America. Si obietterà che chiunque, anche un bambino, è capace di realizzare un cerchio di sassi.
Ma ciò che vediamo nelle sette opere esposte a Villa Panza è soltanto la fase conclusiva di un percorso molto più lungo. L’arte di Richard Long è prima di tutto esplorazione di un luogo, conoscenza delle sue caratteristiche, rispetto della sua misura e del suo ritmo: Long percorre a piedi grandi distanze con un equipaggiamento minimo – si è recato nel deserto del Sahara, nel Circolo Polare Artico, ma anche nella campagna inglese – e il tempo del viaggio diventa un tempo del pensiero. Come in un vero e proprio pellegrinaggio, lo spostamento è fisico quanto interiore.
Il lavoro di Long è permeato da un senso di sacralità, che non è isolato nell’arte contemporanea. Benché sia un outsider, che non appartiene pienamente ad alcun movimento, ne ha lambiti diversi. L’arte povera, l’arte concettuale, la Land Art e la Body Art fanno parte del bagaglio culturale di Long e lui stesso ha contribuito a tracciarne i contorni.
Il suo modo di operare, però, è unico. La centralità dell’atto del camminare, l’intervento minimo lasciato nel paesaggio, la scelta di non usare alcun mezzo meccanico per comporre le opere.
L’artista, anche quando lavora su commissione di musei e gallerie, raccoglie i materiali – legni, pietre, sabbia – in un luogo preciso, che trasmette loro un’identità. La composizione avviene poi rigorosamente a mano e le sue forme, sempre semplici, che intervengono in maniera minima sulla natura, rievocano il rapporto tra l’uomo e la terra.
L’essere umano appare poco più che un atomo, soggetto alle forze naturali, ma un atomo necessario, parte integrante del creato. Le sette opere, tutte provenienti dalla collezione Panza, ad eccezione della Meandering Line prestata da Tucci Russo, dovrebbero innanzitutto farci riflettere sul senso dei nostri spostamenti, sulla fretta con cui li viviamo, sulla facilità con cui scordiamo la nostra appartenenza al mondo naturale.
(Le foto sono di Alberto Bortoluzzi: in alto Carrara Line, 1985; al centro Cross of sticks, 1983, in basso Wood Line 1978)
Really, Really Simple – Richard Long a Villa Panza
Villa Panza
14 aprile – 3 settembre 2006
A cura di Giuseppe Panza e Lucia Borromeo