Milano – Nell’Oceano di Tethys si muovono creature fantastiche che si possono ammirare visitando la mostra in corso all’Acquario Civico. Sono le opere realizzate da Louise Manzon, scultrice brasiliana che da vent’anni vive nel capoluogo lombardo.
Scolpite in ampie spirali nel marmo bianco statuario o modellate in guizzi vibranti nella terracotta dipinta, queste creature marine accompagnano la dea greca che generò migliaia di divinità, personificazioni di mari, fiumi e sorgenti di tutto il mondo.
«Nella visione poetica proposta dall’artista Manzon per gli spazi dell’Acquario Civico di – sottolinea la curatrice Marina Mojana – la Titana Tethys diventa un’installazione scultorea site specific, in cui la figura femminile, dalla grande forza purificatrice, è in grado metaforicamente di attrarre a sé la plastica inquinante (che sta soffocando e distruggendo il suo mondo acquatico) per trasformarla in alghe, spuma del mare e acqua pura» .
La tecnica utilizzata dall’artista nel realizzare la monumentale installazione, creata con una fusione audace di materiali (fili di ottone, rete metallica, ceramica, stucco, pigmenti naturali, quadranti di orologi in ottone e plastica abilmente cuciti a mano), vuole sottolineare l’importanza del riciclo di sostanze inquinanti e dell’uso sostenibile delle risorse anche nella pratica artistica.
Il percorso della mostra presenta 20 opere tra sculture e tele estroflesse che raccontano di un mondo puro e incontaminato. Accanto a otto pesci in ceramica smaltata e a due in marmo bianco statuario sono esposte per la prima volta dieci inedite estroflessioni create dall’artista con una tecnica sperimentale che ne mette in evidenza la tridimensionalità.
Louise Manzon manipola la superficie della tela in modo da aggettare verso l’esterno la forma di un pesce dalle ampie spire; su ogni forma estroflessa l’artista sovrappone poi diversi tipi di tessuti sui quali è stata stampata l’immagine della stessa creatura marina. Le estroflessioni sono quadri in bilico tra fotografia e scultura; le immagini dei pesci, sempre diverse, si dilatano nello spazio tridimensionale, tramite specifici accorgimenti tecnici, dando vita a un dinamico gioco di luci e ombre. I confini della tela tendono a scomparire per esaltare l’illusione cinetica di quanto in essa sta accadendo, trascinando lo spettatore in un mondo acquatico “nuovo”, puro e incontaminato.
«L’estroflessione delle mie tele – precisa l’artista – è una tecnica sperimentale che ho messo a punto di recente nel realizzare i quadri per l’Acquario. In occasione dell’One Ocean Week ho avuto l’opportunità di esplorare nuove vie e dimensioni, anche filosofiche. Durante questa fase di ricerca ho trovato un punto di incontro tra la scultura e il supporto bidimensionale della tela. Con questo processo creativo riesco a fare respirare le foto dei miei pesci scolpiti, donando all’immagine stampata sulla tela una boccata d’ossigeno e liberandola dai suoi confini. In un certo senso anche i miei ultimi lavori sono sculture; sul tessuto traslucido e cangiante i miei pesci a bassorilievo non poggiano ma scorrono, s’inseguono, s’avventano».
La mostra è visitabile sino al 29 settembre da martedì a domenica dalle 10 alle 17.30
Cenni biografici
Louise Manzon è nata a San Paolo in Brasile da genitori francesi. Sin da bambina assimila il lato artistico della famiglia paterna. La nonna polacca Sophie, giunta a Parigi all’inizio Novecento, frequenta gli artisti russi dell’École de Paris come Marc Chagall, Sonya Delaunay e Oleksandr Archipenko; il padre Jean, nel Brasile degli anni Settanta del secolo scorso, è un affermato fotogiornalista, pioniere del documentario naturalistico e importante produttore cinematografico. L’ambiente del cinema è, dunque, un contesto familiare per Louise che, dopo la laurea in Disegno Industriale presso la Fondazione “Armando Alvares Penteado” di San Paolo del Brasile, amplia la sua formazione artistica conseguendo il doppio Master in Packaging Design e Graphic Design al Pratt Institute di New York. Lavora come designer presso l’agenzia Young & Rubicam di New York e nel 2004 decide di dedicarsi completamente all’arte della scultura. Perfeziona le sue tecniche pittoriche e scultoree presso la Art Students League e la National Academy of Design di New York e, a partire dal 2012, inizia una ponderata e feconda attività espositiva in sedi pubbliche e istituzionali di Stati Uniti, Svizzera, Belgio, Francia e Italia, dove vive e lavora dai primi anni 2000. Personalità autentica, Louise Manzon attira l’attenzione di critici d’arte e scrittori di fama internazionale, da Philippe Daverio ad Achille Bonito Oliva, da Alain Elkann a Paul Laster e Luca Beatrice, che elogiano il suo talento e l’originalità del suo lavoro, in cui manualità, ricerca dei materiali di scarto e rimandi alla mitologia classica danno vita a un personale mondo fantastico, sempre in dialogo col tempo presente.