Lugano – La stagione espositiva dell’Associazione Amici dell’Atelier Calcografico
(AAAC) di Novazzano conclude l’anno con la mostra “In divenire” dell’artista romana Elisabetta Diamanti.
Oltre all’opera intitolata Piccoli girasoli, del 2024 – stampata nell’Atelier calcografico di Gianstefano e Francesco Galli per i soci dell’AAAC –, nel Porticato della Biblioteca Salita dei Frati dal 7 dicembre (inaugurazione alle 17.30) saranno esposti una quarantina di lavori tra fogli grafici e libri d’artista realizzati nel corso degli ultimi decenni.
Al centro dell’indagine esplorativa dell’artista si pone il Segno; la sua ricerca si incentra sulla memoria, stratificazione del Tempo nel suo continuo mutare. La mostra nel Porticato della biblioteca luganese presenta al pubblico una selezione ragionata di raffinate incisioni realizzata attraverso la sperimentazione di varie tecniche calcografiche, che spinge l’artista verso orizzonti sempre più lontani, in un continuo processo di trasformazione tecnica e formale.
Il suo percorso di ricerca prende avvio negli anni della formazione accademica sotto
la guida dei maestri Guido Strazza, esponente dell’esaltazione del segno non necessa-
riamente tributario di un modello figurativo, e Jean-Pierre Velly, romano di adozione,
che invece nelle sue composizioni più avvincenti dissolve le figure in intricate trame
metamorfosate. La Diamanti prende spunto a sua volta da frammenti di realtà
naturale riconoscibile – fiori, foglie, sassi, insetti – per poi andare oltre con trame e
superfici colorate che evocano spazi più estesi e profondi nonché dimensioni temporali
sospese.
Anche il titolo della mostra, In divenire, allude all’infinito mutare del Tempo, del quale l’incisione ci consegna la memoria stratificata: come ha sottolineato l’artista, un flusso incessante si sviluppa secondo i linguaggi della natura, tra luci ed ombre, vuoti che riempiono spazi aperti da linee sapienti, riflessi d’oro e d’argento che
affiorano tra le risultanze dei solchi scavati dal bulino.
Come spesso capita e anche qui accade è la poesia che con poche scelte parole sa cogliere l’essenza dell’opera come quelle del poeta Marco Vitale, alcuni versi tratti dal Piccolo acrostico per un’incisione di E.D., pubblicato nel catalogo Mutationes edito dalla Fondazione Il Bisonte di Firenze in occasione della personale di Elisabetta Diamanti tenutasi nel 2021:
Dunque, puoi pensare che notte
Insegua giorno
Animi una contesa della vita
Minerale e le sue fittili
Architetture nel sonno
Niente si concepisce come niente
Tutto si muove limpido allo sguardo
Incantato che sai della Natura.
All’inaugurazione interverranno Pietro Montorfani, Marco Gianini ed Elisabetta Diamanti
L’esposizione che si concluderà il 1° febbraio 2025 potrà essere visitata nei seguenti orari: mercoledì, giovedì e venerdì: 14-18 / sabato: 9-12. Chiusura per le festività: 22 dicembre e 6 gennaio 2025
Note biografiche
Nata a Roma nel 1959, Elisabetta Diamanti si forma nella locale Accademia di Belle Arti con Guido Strazza e si perfeziona presso l’Istituto Nazionale per la Grafica con Jean-Pierre Velly. All’attività di ricerca e produzione artistica affianca dal 1996, in patria e all’estero, la professione didattica e la docenza universitaria nel campo dell’incisione e della grafica d’arte. Dal 1993 la sua attività espositiva si svolge in ambito nazionale
e internazionale; nel Canton Ticino si segnalano diverse mostre, collaborazioni e incontri, in particolare con Josef Weiss a Mendrisio, Manlio Monti a Locarno, Loredana Müller a Bellinzona e Dominique Rondez della galleria Stellanove di Mendrisio. Dal 1995 l’artista approfondisce il rapporto Matrice-Supporto-Forma attraverso libri
d’artista in edizioni limitate, sovente in collaborazione con prestigiose case editrici.
L’artista è presente in collezioni pubbliche e private italiane e internazionali; nella
Svizzera italiana sue opere sono conservate nelle collezioni del Museo Villa dei Cedri
a Bellinzona e della De Pietri Artphilein Foundation a Lugano nonché nella raccolta di
libri d’artista di Alessandro Soldini a Gentilino. L’artista vive e lavora a Roma.