In mostra al Quirinale anche un indiscusso "capolavoro ticinese": la scultura Spartaco di Vincenzo Vela viene esposta nella grande rassegna romana "1861. I pittori del Risorgimento". Realizzato proprio negli anni "caldi" intorno al 1848, lo Spartaco di Vela è stato subito salutato come il simbolo della lotta di liberazione dei patrioti lombardi durante il dominio austriaco. Lo Spartaco è senza dubbio l'opera giovanile più nota di Vincenzo Vela: l'eroico schiavo ribelle che capeggiò la rivolta contro il potere di Roma è una figura forte, pura, schierata dalla parte del popolo.
Anche per questo motivo l'imponente statua (di proprietà della Confederazione Elvetica e ospitato dal Museo Vincenzo Vela a Ligornetto) non poteva mancare nella grande mostra romana, ospitata dalle Scuderie del Quirinale in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell'Unità d'Italia. Lo Spartaco apre il percorso dell'esposizione, in un duetto di grande impatto visivo con il Masaniello di Alessandro Puttinati, uniche sculture ad accompagnare un tragitto costellato di tele monumentali.
Il cuore della mostra (aperta fino al 16 gennaio 2011) è rappresentato dalla pittura di battaglie. Qui si ritrovano le opere dei cosiddetti "pittori soldati", come Gerolamo Induno, Eleuterio Pagliano, Federico Faruffini o Michele Cammarano – quasi tutti amici e sodali di Vincenzo Vela e, come lui, patrioti impegnati in molte delle battaglie
che portarono sulla tela, rendendone testimonianza.
La tela varesina – Nè manca un'altra opera "prealpina". La grande tela da titolo "Il passaggio del Ticino a Sesto Calende dei Cacciatori delle Alpi il 23 maggio" di oltre sei metri, dipinta dal milanese Eleuterio Pagliano e conservata nella collezione dei Musei Civici di Varese, figura nella grande rassegna della capitale. Era la notte tra il 22 e 23 maggio 1859 e le truppe dei Cacciatori delle Alpi passavano il Ticino a Sesto Calende. Quell'azione apriva ufficialmente le ostilità tra l'esercito piemontese e le truppe austriache e nulla sarebbe stato più come prima. La tela racconta il coraggio e l'emozione dei volontari pronti a sbarcare. Al centro esatto della tela, ritto sul molo, Garibaldi, che aveva preparato e diretto l'intervento, osserva; dietro di lui, il suo stato maggiore: Giacomo Medici, Nino Bixio, Gaetano Sacchi ed Enrico Cosenz. Di fronte, nelle barche,i soldati.
Alle Scuderie del Quirinale sono presenti opere emblematiche del periodo, quali Gli abitanti di Praga che abbandonano la loro patria di Francesco Hayez o La trasteverina uccisa da una bomba, il capolavoro ritrovato di Gerolamo Induno, che fu a Roma con Garibaldi nel 1849. In mostra, infine, è possibile vedere raccolte tele altrimenti dislocate in municipi, musei del Risorgimento, sedi amministrative, per una volta lì riunite in una coralità di sentimento e di esaltazione.