I bambini verificano, con la giusta attenzione, di quanti materiali è composta la scultura: legno e marmo incastrati l'uno dentro l'altro, come un tronco che abbraccia una pietra. L'altra, poco più in là, è una colonna fatta di grès, che parola difficile…ma no, è solo argilla, vedete, è terra, cotta nel forno, e c'è anche una grossa tazza in cima.
Sono bambini piccoli, da 3 ai 5 anni quelli che nella mattina di giovedì 17 maggio hanno sperimentato l'esperienza di una visita in un museo d'arte contemporanea, non solo per vedere quadri alle pareti con la distanza secca che esiste con il quadro, ma potendo girare, in mezzo a cose tattili, certe, dure, colorate, e diverse come le sculture.
La scuola che ha organizzato tutto questo è l'asilo è quella dell'Infanzia di Bizzozero, che da tempo alterna con i piccoli, ai lavori tradizionali, intelligenti tirocinii sulle espressioni artistiche: la pittura e la musica lo scorso anno, la poesia e la scultura appunto quest'anno. Niente di meglio che approfondire quanto illustrato servendosi di una equipedi esperte come le giovani collaboratrici per la didattica del Castello di Masnago
E di scultura al Castello, fortunamente c'è n'è molta. Dalle sculture lignee seicentesche al milite del Butti, dal monumentale bozzetto per I sette di Gottinga di Bodini, agli incastri di Sangregorio, a quell'autentico gioiello che è Colonna di Nanni Valentini, fino alla sequenza di Vittorio Tavernari. Senza contare la concomitanza della mostra in corso dedicata allo scultore della Valmarchirolo Adriano Bozzolo.
Attorno ad un tavolo a realizzare una scultura sul modello dei grandi soli realizzati da Bozzolo, utilizzando un cartoncino ondulato metallizzato, o disponendosi in girotondo a rendere concreta l'idea di fratenità cui molte delle opere in mostra sono ispirate, oppure inginocchiati a riprodurre plasticamente la posa dell'opera Lara, i bambini hanno per una mattina dato un senso vero e concreto, sensoriale a quanto vanno apprendendo tra i loro piccoli banchi.
Cantando, ascoltando, sperimentando, qualche volta toccando, come è giusto che sia, prudentemente, quel meraviglioso mistero che è l'opera d'arte.