Varese ed il suo territorio videro tra fine dell'Ottocento e primi del Novecento un clima vivace, dove la borghesia in ascesa trascorreva le vacanze risiedendo in ville splendide immerse nel verde, fruendo di funicolari e tramvie, ristoranti e lussuosi alberghi con suggestivi panorami sui laghi della zona. Vi erano anche varie fabbriche e in una di queste, lo stabilimento della Birra Poretti, in Valganna, è possibile vedere tutt'ora un bellissimo esempio di architettura Liberty ancor oggi estremamente attuale.
L'inizio di una sfida – Nel 1877 il cavalier Angelo Poretti, tornato da un soggiorno in Cecoslovacchia, acquistò alcuni edifici già esistenti sull'area dove ora sorge lo stabilimento della Poretti per la produzione della birra, proprio al confine della Valganna.
Durante il suo viaggio Poretti aveva conosciuto l'arte di fabbricare la birra, una bevanda che gli italiani importavano esclusivamente dall'estero; così decise, dopo aver ristrutturato e ampliato i vecchi locali, di iniziarne la produzione sotto il marchio Splugen, una vera e propria sfida alle fabbriche di produzione straniera che avevano molta più esperienza.
L'alleanza tra arte e industria. I veri e propri lavori di ristrutturazione dell'edificio, però, iniziarono nel 1901 per terminare nel 1907. La scelta di questa zona non fu
casuale in quanto si poté sfruttare una sorgente d'acqua naturale, la Fontana degli Ammalati, essenziale per la produzione della birra. La costruzione era stata realizzata dallo studio di architettura Bihl e Wolz di Stoccarda, che verrà nuovamente interpellato nel 1905 per un lavoro di ristrutturazione generale. Il nucleo originario, riconoscibile dalle pregevoli decorazioni esterne in giallo e grigio, occupava l'area più interna dell'attuale complesso a diretto contatto con il fiume.
Lo stabilimento è specchio del fervido clima ricco di curiose novità dell'epoca. L'insieme degli edifici mostra di rifarsi espressamente al gusto Liberty che non fu soltanto uno stile ornamentale ma una risposta alle questioni ricorrenti nell'arte del Novecento. Si può osservare, in vari punti dell'edificio, l'accostamento di stili differenti che richiamano alla mente naturalismo e classicismo. Proprio per questo motivo, gli elementi decorativi sono vari e numerosi: mascheroni, grottesche, medaglioni con frange e gocce, lesene giganti e conchiglie. Inoltre sono anche presenti elementi simbolici: festoni di fiori di luppolo (da cui si ricava la birra) e i tini di ferro battuto.
Di particolare pregio è il nucleo originario occupato dall'antica sala di cottura oggi destinata a salone di rappresentanza. L'eleganza delle finiture interne, l'omogeneità stilistica degli elementi di arredo e la presenza di elementi portanti in ghisa finemente lavorata, indicano la realizzazione di un progetto unitario attento a coniugare la funzionalità degli spazi con l'omogeneità del linguaggio architettonico, una coerenza formale che esprime una profonda padronanza della più colta grammatica decorativa Liberty.
Tra i tanti volumi reperibili sull'argomento, si segnala:
G. Ferrario, Varese. Trionfo del Liberty. Viaggio nell'arte del primo Novecento nella provincia di Varese, Macchione editore, 2003