Intervista a Bruno CaratiIntervista a Bruno Carati

C'è una frase spettacolare di Vladimir Jankélévitch che dice più o meno così: "Si può vivere senza filosofia, senza musica, senza gioia, senza amore, ma mica tanto bene".
Vale anche per l'arte "la più grande inutilità del mondo" indispensabile all'uomo come l'aria.
Una chiacchiarata con Bruno Carati serve a meglio chiarire – nella pratica – questo concetto. 

Carati, classe 1941, non avendo l'uso delle mani, dipinge, seduto su un carrozzella, tenendo il pennello tra le labbra ed ha recentemente presentato una mostra personale nella sede di Regione Lombardia, a Milano. Autore di olii, acquarelli, dipinti su vetro e, dal 2006, anche di smalti su cartone, Carati dichiara la propria poetica e la propria sfida alla vita e alla realtà: manifesto della mostra, l'autoritratto dell'artista con un pennello in bocca, datato 1966.

L'arte diventa subito avventura umana, cultura, libertà assoluta, abilità spirituale, intelligenza di cuore, oltre che di mente, risorsa di spirito e di intelletto fuori dall'ordinario.
 
Carati, residente oggi a Castelseprio, è titolare di una patente automobilistica internazionale dal 1996 e guida una Opel Astra equipaggiata con una pulsantiera utilizzata dai caccia MiG-25 e con un relè presente in alcuni sommergibili. In allegato, l'intervista a Bruno Carati che racconta come e perchè l'arte è pietra miliare della propria esistenza.