Longiano (FC) – Arrivando dal mare, al colmo della salita oltre la quale la via di fuga del corso taglia in due Longiano, lo sguardo coglie la severa maestosità del Castello Malatestiano sede della Fondazione Tito Balestra Onlus che contempla una collezione di arte moderna e contemporanea tra le più prestigiose dell’intero territorio nazionale e dell’Emilia Romagna con opere che vanno da Rosai, De Pisis, Sironi, Mafai, Guttuso, Morandi, Vespignani e Mino Maccari e a livello internazionale di Chagall, Goya, Matisse, Twombly e Kokoscha.
Raccolta resa possibile dalla passione e dalla competenza di Tito Balestra (Longiano 1923 – 1976) poeta pubblicato da Garzanti e raffinato intellettuale che a partire dal secondo dopoguerra ha frequentato e stretto amicizia con artisti e intellettuali tra i più rappresentativi del panorama italiano e non solo.
Ci accoglie con signorile disponibilità presso il castello Malatestiano Flaminio Balestra, Direttore della Fondazione della quale ha curato il trasferimento e l’intera organizzazione museale.
Da quando il patrimonio di opere di Tito Balestra è stato trasferito definitivamente in questa sede quali sono stati i primi impegni da Lei assunti?
“La prima iniziativa è stata la tutela delle opere della collezione pensando parallelamente ad attività di valorizzazione attraverso esposizioni temporanee, incontri e convegni. E’ importante sottolineare che la Fondazione si occupa sia della collezione sia dell’arte e della letteratura contemporanea, di conseguenza è stato svolto un programma attinente a tutte le arti del ‘900”.
Tra le attività è compresa anche la didattica?
“Si. Nel 1999 è nato il laboratorio didattico della Fondazione ispirato dalla figura di Silvio Ceccato e da altri esponenti della Scuola Operativa, da allora moltissime scuole comprese in un bacino tra Pesaro e Faenza hanno partecipato alle nostre iniziative che comprendono arte, musica, letteratura, matematica e astronomia”.
Quale è stata la riposta del pubblico a fronte delle numerose iniziative messe in atto dalla Fondazione?
“Sicuramente interessante, naturalmente si è dovuto fare i conti con quanto è accaduto in questo ultimo periodo, ancor di più se quanto si propone richiede un notevole impegno intellettuale, ma devo ammettere che in questi ultimi anni la risposta è stata positiva”
Lei svolge anche attività di critico d’arte, molti suoi testi sono comparsi su cataloghi che accompagnavano mostre, quali sono state le esperienze delle quali conserva un profondo ricordo?
“Non sono sicuramente un critico d’arte “ Afferma sorridendo “Importante è stata la possibilità di incontri con artisti e figure straordinarie nell’attività di organizzazione e realizzazione delle mostre, tra questi Lalla Romano, Mario Luzi, Mario Dondero, ma anche con artisti in origine poco conosciuti che hanno maturato le loro prime esperienze grazie alla Fondazione. A volte sono state esperienze molto faticose ma anche molto gratificanti” .
Prima di varcare la soglia della Fondazione i visitatori sono accolti dalla scultura di un fanciullo seduto sul muretto attiguo al castello.
“Il fanciullo sul muretto nasce da una mostra del 1996 dedicata allo scultore cesenate Ilario Fioravanti che in quel periodo aveva deciso di non esporre più poiché non aveva incontrato la notorietà desiderata e di chiudersi nel suo studio lavorando solo per se stesso. In contemporanea era in corso una personale dedicata a Francesco Arcangeli con la presenza di Vittorio Sgarbi che notando le opere di Fioravanti ne decretò la qualità conferendo all’artista un rinnovato successo”.
Quali motivazioni hanno mosso la necessità di proporre mostre temporanee nell’adiacente chiesa della Madonna di Loreto?
“La Fondazione possiede oltre cinquemila opere d’arte del ‘900 però non si ferma esclusivamente alla sua valorizzazione ma sente la necessità di creare spazi per nuove proposte”.
Come procede il lavoro di catalogazione che state conducendo da tempo?
“Le opere della Fondazione Tito Balestra sono state tutte catalogate e messe in rete, mentre attualmente procede quella delle nuove acquisizioni. In più stiamo catalogando, grazie al contributo dei Beni Culturali, la biblioteca che possiede oltre trentamila volumi, alcuni molto rari, che ci vengono richiesti da numerose istituzioni nazionali”.
Parliamo dell’ultima pubblicazione “Non sono nell’orco” e dei prossimi progetti.
“Ritengo questa pubblicazione un nostro punto d’orgoglio poiché gli autori Gyula Molnár e Francesca Bettini, sono artisti che hanno fatto la storia del teatro di figura a livello internazionale. Questa pubblicazione è la prima edizione italiana di un’opera realizzata dal Museo di Monaco che conserva le opere dei due autori. Avevo visto le tavole dei disegni in Germania e subito il mio sogno fu di realizzare una pubblicazione italiana, questo desiderio si è avverato con alcuni giorni di presentazione presso la chiesa della Madonna di Loreto. Inoltre allestiremo una mostra, frutto di una ulteriore donazione, di oltre quaranta edizioni rare della Divina Commedia, in più è prevista un’edizione in lingua romagnola e una inedita presentazione della Commedia manoscritta e miniata dall’artista newyorkese George Cochrane che sarà pubblicata da Facsimile Finder con l’esposizione delle relative tavole originali”.
Non possiamo che ringraziare Flaminio Balestra che nonostante i suoi continui impegni ci ha concesso la gentilezza di questa intervista.
Longiano – Fondazione Tito Balestra Onlus – Piazza Malatesta 1. Orari: martedì – domenica 10-12/15-19. Biglietti: intero 7 Euro, ridotto 5 Euro.
Mauro Bianchini