Chiasso – Chitarrista rock nel gruppo “Dr. Chattanooga & The Navarones”, diplomato all’Accademia delle Belle Arti di Brera, calciatore nei primissimi anni di vita, Francesco Vella è il “genius loci” su cui punta oggi lo Spazio Officina del m.a.x. Museo di Chiasso (Svizzera) con Visioni dell’arte: la ricerca del segno in pittura, la prima mostra antologica dedicata all’artista ticinese.
L’esposizione ripercorre più di trent’anni di intensa attività creativa e ricerca pittorica, attraverso 200 opere, dalle prime esperienze degli anni Ottanta fino agli ultimi lavori inediti, le cancellazioni del contemporaneo.
Nato a Caneggio nel 1954, dopo gli anni di Brera Francesco Vella attraversa esperienze postinformali dove, dentro le paste magmatiche del colore, incorpora oggetti e immagini tolti dai più disparati contesti culturali, dalle civiltà antiche all’attuale società dei consumi, come anche pelouche, pistole giocattolo. Fin dai suoi esordi, quindi, la pittura di Vella, più che indirizzata alla ricerca formale si profila come riflessione sui complessi e mutevoli concetti d’identità, di fragilità, di pericolo in rapporto a quanto ci circonda o ci invade, come pure a quanto ci sta dentro o ci appartiene in profondo.
Con il passare degli anni, lo sguardo pittorico di Vella si è poi sempre più inoltrato dentro l’interiorità dell’io e l’espressione artistica si è fatta anche strumento di resistenza nei confronti della potenza dei media e dell’invasiva comunicazione contemporanea. Costante è il dialogo tra la dimensione interiore e l’infinito, così come il lavoro di ricerca sulla detrazione, sul tirarsi indietro, sul riportare all’essenziale.
“La perfezione è un concetto a cui aspirare, poi si supera attraverso l’imperfezione” (Francesco Vella)
La sua opera, declinata in prevalenza sulle forme dei cerchi, dei triangoli e dei quadrati, è una continua riflessione esistenzialista, centrata sulla critica alla comunicazione contemporanea. Il ragionamento sulle forme, sui concetti di tempo, di spazio e di vuoto, di assenza, che abbraccia la minimal art, è un percorso di interiorizzazione dei significati. Si inserisce e dialoga con il panorama dell’arte contemporanea collocandosi di diritto tra le avanguardie, orientate, con uno sguardo al presente, a cogliere lampi dal futuro.
La visione interiore è quindi la chiave di lettura di un artista che si agita e si muove nel dialogo con il contemporaneo, ma che soprattutto guarda avanti, alle cose che stanno per avvenire. Non le cose come sono, ma come vengono percepite.
Carta, cartone, legno, intonaco, muro: ampia è la varietà di materiali utilizzati, da poliuretano espanso, metallo e plastica del periodo informale, a legno, plexiglas, pietra, carta, cartoncino, cartone pressato, MDF, tele e tavole stese con le velature e ricongiunte, con il segno della ricongiunzione alla maniera di una sutura.
L’antologica, curata da Dalmazio Ambrosioni, critico d’arte, e Nicoletta Ossanna Cavadini, direttrice del m.a.x. museo e dello Spazio Officina, pone l’accento in particolare sull’opera grafica dell’artista, fondamentale nel suo percorso e di raffinata esecuzione: dalla serigrafia all’incisione, dall’assemblaggio al collage, dal disegno alla tempera.
In mostra per la prima volta opere provenienti da una cinquantina di collezionisti privati, insieme a quelle donate al m.a.x. Museo e quelle dell’archivio personale di Vella.
Alessia Zaccari
FRANCESCO VELLA
VISIONI DELL’ARTE: LA RICERCA DEL SEGNO IN PITTURA
Spazio Officina (Via Dante Alighieri 4), Chiasso (Svizzera)
Fino al 29 aprile 2018
Orari della mostra