American Beauty, per la regia di Sam Mendes e la sceneggiatura di Ala Ball, esce nelle sale nel 1999 interpretato da un fantastico Kevin Spacey che riesce a farci afferrare la monotona routine della vita sia privata e sia professionale di Lester nel breve tempo della durata del film. Perché come spesso accade il futuro non è mai quello predetto da una cartomante, ma sarà l’incontro con l’adolescente Angela (Mena Suvari) a proiettare la banalità vissuta da Lester in un vortice ipnotizzante.
Nel ruolo di Kevin Spacey erano stati presi in considerazione Bruce Willis e John Travolta, ma come accadde in Via con il Vento, dove Clark Gable non era nemmeno nella lista dei candidati la sua interpretazione accanto a Rosella O’Hara, lo consacrerà protagonista assoluto.
Durante la notte degli Oscar del 2000 precedentemente candidata in otto categorie, la pellicola conseguì riconoscimenti in cinque categorie come miglior film, miglior regia, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura originale e miglior fotografia.
Così Kevin Spacey, perfetto e prepotente nella parte tanto che il regista Sam Mendes gli chiederà di improvvisare.
La colonna sonora di Thomas Newman, si basa sulle percussioni, il cuore percuote Lester. Il desiderio di guardare Angela, di sfiorarla lo riempie di emozioni assopite tanto da decidere di lasciare il lavoro per dedicarsi alla nuova opportunità e dimenticare l’indifferenza della moglie.
Lei ossessionata dal riconoscersi e dal farsi riconoscere nel mondo imprenditoriale condivide l’idea di cosa dovrebbe essere il vero amore con l’ amante, uno tra i più importanti agenti di vendita dello stato.
Il marito, uomo fallito, non merita altro che la buonanotte tutte le sere.
La pellicola riceve importanti riconoscimenti: cinque premi Oscar, sei BAFTA e tre Golden Globe. Negli Stati Uniti il successo è immediato, un’ipotesi la si potrebbe fare con la straordinaria popolarità ricevuta da Micky Mouse della Walt Disney.
Perché?
Perché il personaggio appartiene al ceto medio, l’uomo qualunque che vive in una villetta di proprietà e anela al sogno americano. L’auto nuova in garage, il tagliaerba in giardino pronto per la domenica mattina e il tacchino alla festa del ringraziamento.
Tutto qui per Lester dove l’unico momento piacevole della giornata è sotto la doccia quando da sé si dona il piacere del sesso? No, quando incontrerà la sfacciataggine, la provocazione di Angela, la ragazzina che vuole essere da tempo adulta, prenderà con entrambe le mani il desiderio e la necessità di cambiare ogni prospettiva.
Si licenzia e costruisce in garage una piccola palestra sotto lo sguardo perplesso della moglie e del severo militare dirimpettaio che studia al limite della paranoia il cambiamento di un uomo qualunque.
L’incontro casuale con il figlio dell’ex sergente dei marine porta Lester più vicino all’idea di avere pieno diritto di innamorarsi di Angela. Il ragazzo spaccia marijuana ma non ne fa uso, per lui è la padronanza delle emozioni dei clienti a farlo godere. Ama la solitudine e la fotografia tanto da renderla parte di poesie ancora da scrivere.
Forse è il solo vero adulto tra donne e uomini persi nelle loro mancanze.
La severità del padre è tale che quando viene scoperto in qualcosa che esula dalle regole militari è lo stesso ragazzo a chiedere di essere punito per fare ammenda. Sa come gestire la frustrazione e la collera del genitore e ne limita i danni. L’amore sospeso, affamato dell’ex marine si scatena spiando Lester nel suo mutare in farfalla.
Amori sbagliati, quello della moglie, quello del sergente e quello di Lester per la giovane Angela. Ci saranno sempre amori malati quando ci si copre di rabbia e di paura.
Ne abbiamo esempio ora dove un generale attraverso l’odio verso il tutto forse nasconde il tutto a se stesso.
Castrenze Calandra