–Città distratta – "Forse Varese non si è accorta di lui. Non si è curata molto di avere vicino un personalità di questo spessore e di questa cultura". Marinellia Pirelli è stata amica di Dante Isella, fin dai suoi primi trascorsi varesini. Con il marito Giovanni Pirelli ha viaggiato a lungo con il filologo, ne ha condiviso interessi, amicizie, anche le vicissitudini relazionali. "Eravamo molto amici, facevamo molte baruffe" racconta usando questo termine antico che al professore forse non sarebbe dispiaciuto, "ci si prendeva in giro. Condivideva con noi anche la sua situazione di uomo sposato e poi separato, in un'epoca in cui la separazione non era ancora un fatto del tutto accettato".
Ma quello che all'artista non va giù, è la condizione in cui spesso viene relegato l'intellettuale. Il destino di molti, lo stesso di Isella. "Per dare occorre anche ricevere. E Varese in questo senso è sempre stata abbastanza avara. Questa città non si è mai occupata più di tanto delle persone più importanti, non le vede, non se ne accorge. I suoi interessi sono altri e comunque lontani dalla cultura. Ha un altro tipo di testa. Basta pensare a come sono negletti Sereni, o Morselli. Solo Chiara si è salvato, ma forse perché il suo è anche un richiamo cinematografico".
Contro i luoghi comuni – "Siete sicuri di non avere problemi a darmi il premio?", così nel ricordo di Romano Oldrini, la prima reazione di Isella alla proposta fatta dal Premio Chiara di conferirgli il Premio alla Carriera. "Sapeva di avere una visione critica della città – continua il braccio destro di Bambi Lazzati – sapeva di essere polemico e per questo forse non troppo amato". La macchina del Premio Chiara avverte tuttavia la necessità di colmare un distacco effettivo, vero, con Varese, di ricreare un sedimento, di riallacciare dei rapporti probabilmente allentati anche dallo stesso Isella. "Tra le docenze a Pavia e quelle in Svizzera ha sempre gravitato in effetti al di là di Varese. Ma la cosa che gli faceva più rabbia era una certa classe politica, e più ancora i luoghi comuni di una certa piccola borghesia varesina e bottegaia".
Luigi Zanzi preferisce inoltrarsi nell'eco internazionale delle sue ricerche sintetizzate nel folgorante titolo di una sua raccolta "I Lombardi in rivolta": "La sua attività di studioso è sempre stata una presa di posizione a favore di una arte letteraria impegnata. Ed è proprio grazie al suo lavoro in questa direzione che non solo l'Italia ma l'Europa ha scoperto la complessità straordinaria della cultural lombarda 'bassa', dialettale". Se c'è un merito nel lavoro di Isella, lavoro internazionalmente riconosciuto, è quello di aver fatto della filologia una scienza al servizio dell'intelligenza. La sua non era una ricerca fine a se stessa, ma in grado di andare direttamente al cuore del pensiero espresso, al cuore della letteratura". Anche lo storico varesino ha avuto lunghe frequentazioni con il professore, fino all'ultimo, a pochi giorni prima del ricovero: "E stava ultimando un'altra straordinaria fatica letteraria, l'opera critica dedicata al Manzoni".
C'è un modo conclude Zanzi perché Varese possa ricordarlo degnamente: "Costituire un fondo che possa garantire la continuità delle sue ricerche. Lui era un campione della cultura in senso classico. Le sue fondamentali iniziative editoriali hanno sempre richiesto finanziamenti che oggi è sempre più difficile mettere a disposizione degli studiosi. Invece di sperperare fondi in altro modo, garantire l'eredità dei suoi studi potrebbe essere il modo giusto per non dimenticarlo. Basta aver la volontà, da parte del Comune, della Provincia o dell'Università".
"Con la morte di Dante Isella Varese, ma non solo, perde un pezzo importante di storia e cultura", commenta invece l'Assessore al Marketing del territorio Claudia Colombo. "Di questo grande amante della letteratura lombarda e della nostra lingua restano ora le opere e i saggi che nella sua vita ha scritto. Restano anche i momenti che tanti varesini custodiranno nei loro cuori e che Dante Isella ha saputo scolpire e rendere immortali con le sue parole, la sua cultura e la sua grande passione per la letteratura nata e ispirata dalle terre della nostra regione e della nostra provincia".