E' sempre facile riempirsi la bocca con le parole "expo", "valorizzazione", "fiore all'occhiello", "eccellenze del territorio", ma quando si tratta di metter mano realmente e concretamente al patrimonio artistico, guarda caso le voci tacciono.
I nostri beni culturali (ovvero beni di tutti) ultimamente balzano agli onori della cronaca non tanto per rammentarci le nostre radici, quali vessilli di una storia maestra di civiltà, quanto per denunciarne l'inesorabile degrado.
Ultimo in ordine di tempo, l'Isolino Virginia, entrato de jure nel 2011 nella Lista del patrimonio Mondiale dell'Unesco, nell'ambito dei "Siti palafitticoli preistorici dell'arco alpino": tradotto il sito varesino figura tra i luoghi più prestigiosi del mondo.
Andrea Camurani, sulle pagine del quotidiano online VareseNews, si è occupato della vexata quaestio, subito dopo la risposta del Sottosegretario di Stato per i beni e le attività culturali e il turismo Ilaria Carla Anna Borletti dell'Acqua (ex presidente FAI) all'interrogazione presentata dal parlamentare varesino Cosimo Petraroli, del Movimento "Cinque Stelle", il quale chiedeva conto dello stato in cui versa l'incantevole lingua di terra, e il sito palafitticolo ospitato, potenzialmente fruibile dai tanto attesi "visitatori Expo".
"I cittadini -ha scritto l'onorevole Petraroli- che volessero approdare sull'isolotto si ritroverebbero in un'area abbandonata dove plastica, bottiglie di birra, rifiuti usciti dai cestini, tronchi e parti di alberi abbandonati in una delle ultime pulizie condotte dopo nel 2013 rovinano la bellezza del luogo e poi ancora degrado tutt'intorno. L'unico ristorante presente sull'Isolino Virginia è stato chiuso dopo una lunga battaglia legale, da quel momento le chiavi della struttura sono nelle mani del comune. Vicino al molo due imbarcazioni abbandonate che stentano a galleggiare. Lo stesso approdo necessita di urgenti riparazioni. La parte archeologica è in stato di abbandono, delimitata e protetta per evitare di accedere".
La risposta del Governo è arrivata l'11 giugno scorso: l'ultimo scavo "si è svolto tra il 2006 e il 2012 in regime di concessione ministeriale da parte del comune di Varese e sotto la direzione del conservatore del museo archeologico di Villa Mirabello di Varese e del museo preistorico e parco archeologico dell'Isolino Virginia-Biandronno. La ristretta area oggetto dell'intervento di scavo è recintata e non è visitabile dal pubblico in quanto la natura del sito, soggetto ad allagamenti naturali e molto delicato per la presenza di fragili strutture in legno imbibito, non è compatibile con il passaggio di visitatori per i quali non è, inoltre, possibile garantire in alcun modo adeguati standards di sicurezza".
Il Governo pur non entrando nel merito della questione comunica che "relativamente alla sostituzione del molo di attracco attualmente ammalorato, il comune di Varese ha predisposto un progetto che prevede la sostituzione della struttura esistente con un pontile galleggiante. La pratica è stata esaminata e autorizzata dalla competente soprintendenza con la prescrizione di eseguire controlli archeologici subacquei preliminari. Per gli aspetti di competenza paesaggistica la pratica è stata esaminata dalla Soprintendenza belle arti e paesaggio".
L'isolino Virginia, ad oggi, è inaccessibile, e lo ha dimostrato lo stesso Camurani, durante una documentata escursione: "Il pontile è invaso dagli escrementi di un gruppo di germani: rimangono gli unici abitanti dell'isola, anche i gatti se ne sono andati. Sulle spiagge residui naturali portati dalle piene e lì lasciati dall'abbassarsi del livello si contendono lo spazio coi pezzi dell'imbarcazione naufragata: un galleggiante, più avanti il tetto dell'imbarcazione: relitti. Un'altra barca è arenata sul prato. L'erba è tagliata, ma i residui del primo tentativo di svuotare il ristorante da alcuni arredi oramai consumati dal tempo restano lì, appena fuori dall'immobile: ci sono lavandini, pezzi di plexiglas, secchi. A pochi metri c'è una palafitta riportata alla luce qualche anno fa: a farle compagnia ci sono bottiglie di plastica e palline di stagnola che escono da un bidone dell'immondizia. C'è il museo preistorico, chiuso, come il ristorante. C'è il cantiere di scavo, recintato, pari pari a come l'abbiamo visto e fotografato nello scorso autunno quando per via delle alghe, con un altro pescatore del lago, il Negus, siamo venuti a far visita a questo sito. L'isolino c'è ancora, ma è del tutto irraggiungibile con mezzi pubblici: solo con barca o canoa si può arrivare fin qui".
"Dal Comune di Varese -continua – proprietario dell'isola, fanno sapere che sono previsti interventi a breve per la risistemazione dell'approdo. Questo intervento verrà fatto fra fine mese e i primi di agosto e avrà la priorità sull'altro lavoro sempre in capo a Palazzo Estense. Si tratta della ristrutturazione del ristorante: non solo l'intonaco esterno si sta staccando, ma sono probabilmente da operare i diversi adeguamenti agli impianti e ai bagni. Poi subentrerà il nuovo gestore: l'affidatario è il centro Gulliver società cooperativa arl Onlus che gestirà il bar ristorante, si occuperà della custodia dell'isolino e della sua manutenzione ordinaria. Sempre il Comune installerà telecamere di sicurezza del sito, che verrà dotato di impianto wi-fi".
Ammodernamenti che giungono un tantino in ritardo, non solo rispetto alla stagione estiva, ma anche alla luce dell'Esposizione milanese che è sempre stata dipinta come "l'occasione per far apprezzare al mondo le bellezze del nostro territorio". C'è da chiedersi il motivo di questo ritardo, soprattutto alla luce delle dichiarazioni dell'Assessore alla cultura del comune di Varese che, ai nostri microfoni (era il 19 novembre 2014) così parlava: "La nostra intenzione è quella di valorizzare l'isolino in vista di Expo, sappiamo che sarà un evento importante che porterà sul territorio secondo delle previsioni tra i 20 – 25 milioni di visitatori e quindi vogliamo che tutte le nostre preziosità, a partire dal Sacro Monte, il centro storico, il lago di varese e l'isolino in particolare, possano essere adatti e fruibili al pubblico anche proveniente da fuori varese. Sull'isolino c'è un museo che di fatto è un distaccamento del museo archeologico di villa mirabello, su questo stiamo lavorando per un nuovo riallestimento, che in parte è già stato compleatato l'anno scorso, ma soprattutto per mettere in sicurezza tutta area e renderla fruibile e visitabile ai più".
foto VareseNews