Continuiamo a narrare della Terra di Palestina con la seconda parte del racconto “La via della meditazione” che potete trovare nella raccolta “Un albergo a Mille Stelle”, Aporema Edizioni. Scoprite dove mi hanno portato le riflessioni riguardo alla città delle tre religioni.
Dopo il sogno di Matera torniamo per un attimo al Medio-Oriente: la culla della fede e delle civiltà. Il Monte degli Ulivi è quindi un perfetto spartiacque, dove da un lato, con un unico colpo d’occhio, si può ammirare tutta la città di Gerusalemme, e dall’altro l’area desertica della Giudea. Geologicamente è la sommità di una faglia: la Great Rift Valley, che qui percorre per tutta la sua lunghezza il Mar Morto; ma in realtà si estende dall’Africa orientale alla Siria, dividendo la placca tettonica africana da quella arabica. Immaginate di osservare la vallata dove sorgono le mura di Gerusalemme. No, non adesso, non fate caso a quell’orribile hotel per comitive religiose che deturpa il paesaggio. Siete stati catapultati a duemila anni fa. Avete davanti il Tempio, uno splendore architettonico davvero sorprendente per gli occhi del viandante di allora, composto da massi così enormi, che paiono davvero essere stati impilati da mano divina. E poco lontano passa quella linea di confine: la città più ricca del mondo di allora da una parte, di cui già all’epoca qualcuno osava denunciare la corruzione, e il vuoto del deserto dall’altra. Lui, in cima a quella collina, che prega. Da solo. Ho capito. Si dice che fosse un “indiano”, nel senso che introdusse per la prima volta nella storia occidentale il concetto di meditazione. Nell’idea di vita ebraica e nelle culture occidentali precedenti non esisteva traccia di questa pratica. Predicava e insegnava la rinuncia all’opulenza, l’essenzialità, la ricerca della semplicità come idea di bellezza. Jesus was homeless, di questo ne sono certo. Gesù era un vagabondo, un senzatetto, un contemplativo, un grande narratore. La sua poetica era il cammino, il racconto calato nella quotidianità, di semplice comprensione e memorizzazione, alla portata di tutti. Molto POP, direbbe qualcuno. A quale scrittore non sarebbe piaciuto saper narrare una storia ancora attuale dopo due millenni? Com’è noto, l’esistenza di un profeta di nome Gesù è comprovata dal fatto che viene citato più volte dagli storici latini e persino dal Corano, che lo definisce santo. Lo si trova addirittura rappresentato in una statua di un tempio induista situato nord dell’India. Nel suo nome gli uomini hanno curato malattie, sconfitto la fame, generato guerre, creato opere d’arte eterne, distrutto, ricostruito. Se Lui aveva scelto di ritirarsi a meditare qui, il luogo dove mi trovo deve avere un’energia speciale, qualcosa di unico. Meditation Road. Nell’antichità la Palestina ha conosciuto una forte affluenza di monaci ed eremiti, che vi giungevano per riflettere e pregare nella pace del deserto. Gerusalemme si trova sulla via percorsa dai pellegrini che andavano alla Mecca, quindi diversi flussi di pensiero, di filosofia, di religione nel corso dei secoli sono passati da qui. Forse sono sulla strada giusta. La magia del viaggio ora mi catapulta davvero a duemila chilometri di distanza in linea d’aria, tra le pietre asciutte e le chiese rupestri del Sasso Caveoso di Matera. Guardo verso l’abisso calcareo che mi separa dall’altro versante. Poi un poco più in là. Sì, il monte spoglio che ho davanti, dai contorni così netti e brulli, ha una sorprendente somiglianza con il paesaggio della terra di Gesù. Mi pare proprio il luogo adatto per continuare la mia Via della Meditazione.
Nella foto trovate Moony, il mio compagno di mille avventure mentre scherza con i soldati (e le soldatesse…) israeliane, nel tentativo di trovare un momento di distensione tra una perquisizione e l’altra.
La pace sia con voi! tashabuk alsalama! Shalom aleikhem!
Ivo Stelluti,
Il Viaggiator Curioso