L’attraversata dello stato di Israele e dei Territori Palestinesi che ho compiuto nell’aprile del 2014 è stata una continua scoperta: moltissimi preconcetti che avevo rispetto a quelle zone si sono rivelati infondati mentre altri hanno purtroppo ricevuto conferma. Avevo sempre legato l’immagine di quel viaggio ai tour religiosi organizzati durante i quali si visitano i luoghi della vita e della Passione di Cristo, in gran parte creati apposta per i turisti delle varie epoche, ricostruiti o artefatti. Effettivamente molti lo sono davvero: uno su tutti l’edificio che si dice ospitò l’ultima cena che risulta però di chiara fattura islamica e presenta addirittura la nicchia del miḥrāb, il luogo che indica la direzione della Mecca. Evidentemente qualcuno passato da quelle parti alcuni secoli dopo l’anno 33 d.C. vide una stanza con due finestre e pensò a quello come luogo dell’ultima cena, non accorgendosi che la costruzione non poteva risalire che a diverse centinaia anni dopo la morte di Gesù. Lungo il percorso ho scoperto però che i segni lasciati dalla nostra religione si perdono tra i tanti di altri culti e di diverse epoche creando un Melting Pot culturale davvero sorprendente. I luoghi simbolo della fese islamica si sovrappongono infatti a quelli ebraici a cui si affiancano le chiese cristiane ortodosse, tutto il territorio è costellato da ritrovamenti di epoca romana e non solo. Per questo motivo il viaggio risulta di grande apertura e gli approfondimenti possibili sulla Storia delle Religioni sono certamente unici. La grande difficoltà dell’itinerario invece risiede nella necessità di attraversare in continuazione posti di blocco, confini reali o fittizi, con perquisizioni, presenza di militari che rendono non certo serena la permanenza in quei territori. Purtroppo questa è stata una delle principali preoccupazioni che avevo prima della partenza che ha trovato amara conferma in loco. Inutile girare intorno alla questione: si tratta di un paese in guerra da più di cinquant’anni e si è ben lontani dal trovare una possibile soluzione di pace. Evidentemente manca la volontà di costruire un accordo tra i due popoli e questo, oltre a generare migliaia di vittime all’anno, mortifica irrimediabilmente la bellezza di quella terra. Mi piace però sperare che un giorno israeliani e palestinesi ce la facciano ad abbracciarsi reciprocamente: non è solo un caso che la parola “pace” in arabo e in ebraico ha una radice comune.
Riporto qui di seguito le principali tappe e i luoghi visitati.
Telaviv spiaggia, Monte Garzim (scavo archeologico), comunità dei samaritani, Pozzo di Giacobbe (mosaici), Visita al Campo profughi di Balata, Sebastia (scavi archeologici), Nablus, Tomba di Giovanni Battista, Monastero di S. Giorgio, Fortezza di Masada, Oasi di En Gedi (bagno nel Mar Morto), Gerico, Monte delle Tentazioni, Visita fabbrica si vetro e ceramica artigianale, Hebron visita al Suk, Moschea, Tomba dei Patriarchi (Tomba di Abramo), Herodium 8Fortezza di Erode), Betlemme Chiesa della Natività, Visita al muro di confine con i territori Palestinesi (dipinti di Banksy), Gerusalemme: Garden Tomb (sepolcro anglicano), Porta di Damasco, Muro del Pianto, Spianata delle Moschee, Via Dolorosa, Chiesa del SS. Sepolcro, Quartiere Porta di Jaffa, Quartiere Armeno, Monte degli Ulivi, Cimitero Ebraico, Cappella dell’Ascensione, Cimitero mussulmano, Cappella di Maria (tomba della vergine – chiesa ortodossa), Chiesa Pater Noster, Orto del Getsemani, Tomba di Schindler, Chiesa Armena, Giro delle mura di Gerusalemme, Quartiere ultra-ortodosso, Città di Davide (spettacolo teatrale), Museo dell’Olocausto, Parco delle sculture, valle delle comunità , memoriale dei bambini, Mercato di Mahane Yehuda, Giro del lago di Tiberiade, Yardenit (luogo del battesimo sul Giordano) cerimonia dei battesimi, Monte delle beatitudini, Chiesa di S. Pietro (mosaici), Spiaggia della moltiplicazione dei pani e dei pesci, Cafarnao (scavi archeologici – antica sinagoga), Visita a Nazateth.
La pace sia con voi! tashabuk alsalama! Shalom aleikhem!
Ivo Stelluti,
Il Viaggiator Curioso