ISTANTI è il titolo della mostra di Debora Germanò e di Christian Colombo, due giovani artisti varesini che, seppur con stili diversi l'uno dall'altro, interpretano nei loro quadri la realtà che li circonda.
Debora ne dà una lettura intimista e profondamente segnata dalle proprie esperienze, dai propri sentimenti ed emozioni, mentre Christian osserva soprattutto le vite degli altri, dello sconosciuto che sfiora camminando per la strada o che vede da lontano dal finestrino dell'auto.
ISTANTI appunto perché in entrambi i casi la tela restituisce ritagli di vita vissuta concretamente… direttamente. La loro arte non si allontana mai dalla realtà e, anche quando talvolta i quadri di Debora riportano forme astratte o accezioni simboliche, ciò è funzionale al significato dell'opera quindi alla sua lettura iconologica.
Ne è un esempio "Lingue", la piccola tela in cui le due forme sinuose che si intersecano e si avviluppano rappresentano metaforicamente le persone ingiuriose e offensive che parlano senza pensare alle conseguenze. Anche in uno degli ultimi quadri "La consapevolezza dell'inganno", la luna non è un dettaglio casuale, ma è l'allegoria del buon consiglio e dell'ispirazione che intende aiutare e confortare la giovane ragazza che potrebbe essere vittima di un inganno.
Il mondo femminile è il soggetto principale delle opere di Debora che traspone nelle sue protagoniste i propri sentimenti ma anche quelli di ogni donna segnata da momenti di gioia e di dolore. In questi nudi scultorei ma anche disarmanti, i volti sono spesso nascosti, come se non volessero mostrarsi, come se queste figure femminili volessero occultare una parte di sé.
Il loro corpo è però già sufficientemente espressivo e capace di comunicare il loro stato d'animo: la bravura di Debora sta proprio nella capacità di far parlare queste donne pur tenendole nell'anonimato, spogliandole, ma mai completamente, lasciando sempre qualcosa di invisibile e presunto in un gioco amoroso che coinvolge lo spettatore.
Ugualmente i soggetti di Christian sono spesso "uomini senza volto", automi che camminano per la strada mentre vanno al lavoro o personaggi di cui si vede solo il lato tergale come se corressero davanti all'autore ignorando d'essere osservati.
Christian, in questo senso, è l'artista dell'attimo fuggente, che spesso fotografa dal vivo i protagonisti delle sue opere, rielaborando poi a casa attraverso programmi informatici specifici le proprie istantanee, realizzando collages fotografici o inserendo gli effetti che più lo
aiuteranno poi a creare nella pittura quell'effetto slavato che caratterizza le sue opere.
Le immagini di Christian sono infatti dei ricordi sbiaditi della realtà, in cui ciò che è nitido ha perso ormai la forma per confondersi con luci e immagini diverse. Come tali però questi flash sulla realtà sono precari e fugaci, ecco perché Christian opera con grande rapidità quando dipinge, realizzando uno schizzo sommario e procedendo poi immediatamente con la stesura del colore, lavorando al quadro al massimo per due giorni.
In questa rappresentazione sfuocata della realtà, la pioggia diventa uno dei temi ricorrenti nei suoi quadri: essa si rende infatti schermo e filtro di ciò che vede, elemento che offusca un po' la realtà ma che non la spegne perché i colori stesi sulla tela infatti rimangono sempre vivaci, senza mai perdere la propria intensità.
Inoltre su un piano simbolico la pioggia richiama alla mente dell'artista l'idea di un involucro protettivo, dentro cui ogni persona si può isolare dal mondo con i propri problemi e i propri stati d'animo.
Questo ripiegamento intimista che Christian coglie nell'altro da sé e che Debora rielabora a partire dall' esperienza personale è ciò che unisce e accomuna questi due artisti, interpreti di un viaggio interessante e affascinante nell'essere umano.