Castellanza – Jean Jacques Boutier  “approda”  a Villa Pomini ed è un successo.
Le opere di questo sconosciuto, quanto misterioso, artista conquistano e affascinano il pubblico creando interesse e curiosità.
La mostra presenta una selezione di opere tessili, ritratti, realizzati a collage che raffigurano icone del mondo della musica, del cinema e dell’arte. Ritagli di stoffe abbinati in modo sapiente, ricostruiscono i volti di personaggi famosi e indimenticabili. Alcuni di loro hanno fatto la storia, altri miti la stanno scrivendo…

Si incontrano i ritratti di mostri sacri  come David Bowie, Mick Jagger, Dalì , Frida Khalo,  Andy Warrol, Alda Merini, Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber. Ed ancora Vasco Rossi e Papa Francesco, per citarne alcuni. Ma l’elenco è davvero lungo…. Personaggi che guardano e raccontano di celebri vite che hanno costruito il passato: rivisitate attraverso ritagli di scampoli qui diventano eterne.

Incontrare Jean Jacques Boutier  è difficile, perchè in realtà dietro a questo misterioso personaggio si nascondono più artisti,  un gruppo di lavoro che operava nell’ambito dell’architettura. Un collettivo aperto, nato da un’esperienza e da una esigenza comune, quella cioè di far rivivere oggetti –  in questo caso stoffe – che altrimenti sarebbero finite  al macero. Così sovrapposizioni e accostamenti si liberano in un’orchestra di colori che, tra passato e presente, incanta mentre la memoria danza tra vecchi e nuovi ricordi…

“L’idea di questi lavori – dice Paolo (Jean? Jack?… non si sa) è nata quasi per caso, quando un giorno ci siamo ritrovati con una disponibilità di tessuti esagerata che abbiamo salvato dal macero destinandoli a una nuova vita. La casualità dunque ci ha portato a trovare questa soluzione creativa che attraverso il collage, una tecnica straordinaria, ci permette di realizzare queste icone.
La scelta dei soggetti è stata immediata,  anche se realizzare volti e ritratti utilizzando ritagli di tessuti come fossero i colori di una tavolozza non è semplice. I primi lavori infatti presentavano campiture più grosse che nel tempo e con l’esperienza abbiamo perfezionato”.

Come avviene la creazione dell’opera. Ci lavorate a più mani?
“Ognuno si dedica al proprio lavoro.  Alla fine ci si confronta e consiglia, si fanno modifiche o cambiamenti. Ci conosciamo da oltre vent’anni… quindi siamo sulla stessa lunghezza d’onda e spesso idee e pensieri si combinano e completano. Certo ciascuno ha le proprie emozioni e preferenze che determinano, nel processo creativo, la scelta del personaggio a cui dedicarsi”.

Nel futuro di Jean Jack Boutier c’è parecchio lavoro. Oltre a rispondere alle numerose commissioni “l’artista” dovrà prepararsi ad affrontare, nel prossimo mese di luglio a Lesa (Novara), una nuova personale.
Si svelerà in quell’occasione o continuerà a mantenere questo alone di mistero?
Di certo si sa che  Boutier  “vive”  a Busto,  o quantomeno la zona è quella.
Accontentiamoci per il momento di questo indizio dal risvolto interessante. Attraverso l’arte, o meglio grazie a questa espressione artistica,  si fa omaggio alla storia di una terra da sempre conosciuta per le sue produzioni tessili.

La mostra curata da La Dilva è visitabile sino a domenica 4 marzo nei seguenti orari: venerdì e sabato dalle 15 alle 19; la domenica dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 19.

Info: jeanjacquesboutier2@gmail.com

E.Farioli