"Con profondo dolore il Presidente della Fondazione Corrente, il consiglio di amministrazione, il comitato scientifico hanno perduto una figura fondamentale della propria tradizione, un riferimento prezioso per il proprio lavoro. Come critico ha vissuto con grande capacità interpretativa e passione la storia artistica del nostro tempo, partigiano combattente per la libertà, intellettuale attento e partecipe alle sorti civili e morali del paese.
Raffaellino rimane nei nostri progetti e nel nostro futuro".
Così lo ricorda la Fondazione Corrente di Milano, realtà a lui vicina per tutta la vita.
Un nome, due generazioni – Raffaellino (così soprannominato per distinguerlo dal padre, noto pittore italiano del Novecento), nasce a Zurigo nel 1916.
Al movimento di Corrente, De Grada aderisce giovanissimo, con Ernesto Treccani e il comasco Piero Gauli. La carriera da critico d'arte ha inizio ancor prima, sulle pagine de L'Italia Letteraria, L'Orto, Augustea e poi su L'Unità, Giorni-Vie Nuove, Corriere della Sera; negli anni ha diretto riviste di cultura quali Il '45 e Realismo, oltre che illustratore per la RAI (commentatore politico e dirigente RAI da 1944 al 1952).
De Grada ha inoltre insegnato Storia dell'Arte all'Accademia di Brera, dal '71 al '76 ha diretto l'Accademia e la Pinacoteca Comunale di Ravenna e dal 1989 al 2000 l'Accademia di Arte e Restauro 'A.Galli' di Como. E' stato consigliere comunale di Milano e deputato al Parlamento. Ha scritto saggi fondamentali nella storia dell'arte moderna, tra cui Boccioni, l'Ottocento italiano, Boldini, i Macchiaioli.
Raffaele De Grada