Il realismo nella scultura – La Vergine affiancata da due pie donne, che l'assistono nel momento del dolore. Una forte emozione si legge nei volti delle tre figure alle cui spalle domina la croce con il Cristo. Un'iconografia tradizionale che si ritrova nell'opera lignea conservata nella cappella dell'Addolorata, nella Basilica di San Vittore nel cuore della città. Da un mese circa, le grandi opere, realizzate a grandezza naturale, sono state trasferite nel laboratorio di restauro della ditta varesina di Arkè. I restauratori sono al lavoro per restituire al complesso scultoreo le sembianze originarie.
Dettagli storici – Si tratta di un gruppo composito, formato da tre statue distinte, che poggiano su un basamento ligneo, costruito in modo da permettere il trasporto durante le funzioni processuali, usanza che affonda nei secoli, oggi purtroppo non più possibile per motivi conservativi. Non è in restauro il Crocifisso, aggiunto in un secondo momento, pensato e realizzato in modo da conferire "veridicità alla scena", come è scritto nella relazione dei tecnici. Come le tre figure femminili, anche il Cristo è realizzato in legno policromo, diventando a tutti gli effetti parte integrante dell'opera.
Il miracolo – "La figura di Cristo in croce è stata aggiunta per ricreare lo scenario del calvario – spiega Fulvio Baratelli di Arkè – l'opera viene citata in una visita pastorale di Carlo Borromeo del 1576, che trovandola collocata in posizione poco adatta sotto il coro di San Vittore, la fa posizionare sopra a questo. Nel 1678, si dice sia avvenuto il miracolo: all'inizio della consueta processione, è apparsa una stella sopra alle teste delle donne, accompagnando i fedeli per tutto il cammino religioso". 'La sud. processione si principiò alle ore 16 e nel principio della processione si vidde in Cielo una stella risplendentissima che accompagnò la d. processione, e pareva che fosse sopra d.SS. Immagine e finita la d. processione scomparve, e questa cosa fu osservata da moltissime persone e fu cosa meravigliosa', si legge nella Cronaca di Varese di Gio. Antonio Adamolli e Luigi Rossi. "Il 30 maggio 1678, si legge nel documento storico dell'Adamolli, viene allestito nella Chiesa varesina di San Lorenzo uno scenario teatrale per ospitare la scultura durante il periodo della novena. Il gruppo dell'Addolorata partendo dal coro di San Vittore percorreva il giro del borgo varesino, passando da Biumo, per giungere in San Lorenzo dove veniva posta al centro dello scenario appositamente costruito". 'Nel tempo della d. novena la sud. Beat. Vergine stette nel mezzo della Chiesa sotto un Baldacchino, e finita la d. novena, attesa la gran divozione che non si stimò bene metterla in San Lorenzo ma lasciarla in S. Vittore, e però fu riposta nella cappella di S. Marta', scrive l'Adamolli. Racconta ancora Fulvio Baratelli, "a seguito di questo evento miracoloso la statua gode di una devozione maggiore, viene riportata in diverse copie pittoriche e grafiche. Inoltre, come testimoniato nello scritto, si decide di dedicarle uno spazio degno dell'importanza che ricopriva per i varesini. Viene portata nella Basilica e collocata nella cappella di Santa Marta in attesa della costruzione di uno spazio apposito, mai costruito. la cappella, dove ancora oggi è conservato il gruppo ligneo, venne rintitolata all'Addolorata".
Fattori di degrado – La scultura lignea è di per sè un manufatto complesso per la presenza di diversi materiali e tecniche artistiche. Il degrado di complessi scultorei di questo genere, è causato, oltre che dallo scorrere del tempo e da altri fattori: il riscaldamento nelle chiese, ad esempio, o il trasporto durante le processioni. Fattori che hanno determinato, oltre all'allentarsi delle strutture portanti ad incastro del basamento e delle statue, anche di piccole perdite di colore in diversi punti. Come spesso accadeva negli interventi di restauro di manufatti lignei, queste mancanze venivano risolte con il rifacimento ex – novo della parte mancante. Ci si trova di fronte quindi a sculture che hanno perso in parte l'aspetto originario sia a livello plastico che coloristico. Nel caso del gruppo dell'Addolorata il degrado maggiore si legge a livello corticale, del colore: l'intero gruppo appare ricoperto da una pesante vernice protettiva, che ossidandosi ha alterato in modo decisivo la cromia originale. "I ritocchi maggiori sono leggibili nelle vesti delle donne, nelle campiture predominanti, mentre i decori color oro sono lasciati per lo più intatti", spiega Baratelli.
Intervento tecnico – Sono stati eseguiti accurati esami su tutta la superficie dell'opera lignea, anche di tipo non invasivo quali riprese fotografiche all'ultravioletto e campionature. L'intervento di restauro è in corso, "è già stata svolta la verifica dell'eventuale presenza di insetti xilofagi, mettendo per la durata di 21 giorni, l'opera nella camera ad atmosfera controllata (Isosep Mistral Mobile)", prosegue Baratelli. A seguito di una fase di risanamento e consolidamento si è passati alla pulitura delle statue, ancora in atto, rispettando le patine originali. Una preziosa testimonianza artistica, ancora in fase di studio, ma soprattutto un punto di riferimento importante per il culto religioso antico della città di Varese. Tre stelle, nonostante non siano quelle originali, che dovevano essere impreziosite da gemme, sono ancora oggi fissate sopra le teste delle donne, a testimonianza dell'avvenuto miracolo, oltre che di unicità dell'opera varesina.