Un'opera di linguaggio – Le foto di Fabio Mauri, in mostra allo Spazio Danseei di Olgiate Olona dal prossimo 12 aprile, smascherano il perverso meccanismo delle ideologie fascista e nazista, tese a conquistare i favori della gente attraverso la manipolazione della cultura, ovvero attraverso una una comunicazione subdola e parziale. Il lavoro di questo artista romano, che visse in prima persona il dramma della seconda guerra mondiale, la follia dello sterminio ebraico e del fascismo, s'incentra sull'ideologia come soggetto/oggetto espressivo e si configura come un'analisi critica del linguaggio. Come i regimi totalitaristi sfruttarono gli allora nascenti mezzi di comunicazione, monopolizzandone l'uso, per diffondere false verità ed avallare scelte inammissibili, così Mauri altera le immagini propagandistiche di quel periodo, utilizzando certo lo stesso registro linguistico, quello della manipolazione, con l'intento, però, di demistificarne i contenuti.
Bene e Male parlano la stessa lingua – È lo stesso autore ad affermare che Bene e Male usano lo stesso linguaggio, infatti con le manipolazioni fotografiche che egli realizza su manipolazioni culturali parla la stessa lingua usata dai regimi, è tuttavia la coscienza critica del singolo individuo a cogliere la differenza tra ciò che è buono e ciò che è cattivo, perché al di là della modalità espressiva esiste un contenuto di cui bisogna necessariamente tener conto nel vaglio critico delle informazioni.
Tre linguaggi in uno – Ogni opera si esprime per mezzo di una struttura linguistica tripartita. V'è il linguaggio dell'immagine, quella storica, che assolutizza alcuni particolari della realtà dei regimi, a scopo propagandistico-manipolatore, v'è quello della banda orizzontale nera che, di diverse dimensioni, l'autore inserisce nella foto, per coprirne o annullarne una parte, compiendo così la manipolazione di quella cultura; v'è infine la lingua scritta delle secche frasi che accompagnano, quasi invisibili, l'immagine, per stimolare il giudizio critico nell'osservatore.
Dai libri alla telecamera – Esemplare dell'opera di linguaggio condotta da Mauri è l'immagine in cui appare visibile uno dei tanti roghi di libri compiuti al cospetto di Goebbels, sottotitolata "Bruciano Libri", primo atto di manipolazione di cultura che giunse a comprendere come ultima azione di monopolizzazione e strumentalizzazione della cultura, il mezzo di comunicazione più innovativo di allora, la telecamera. "Filmano tutto" conclude appunto il percorso di queste opere degli anni Settanta, a dimostrazione del totale coinvolgimento del sistema informativo e culturale nell'unidirezionale ideologia totalitarista rivolta alla soppressione di ogni libertà di pensiero.
L'urlo delle silenziose foto di Mauri – L'artista, e non è il solo, subendo e soffrendo l'immobilizzazione culturale, eloquente in tal senso la foto che immortala lo striscione della mostra "Entartete Kunst" (arte degenerata) sottotitolata "Sopprimono avanguardie", non può che sfogarsi, una volta superato l'impedimento politico, nella silenziosa manipolazione artistica di immagini e parole, che grida il libero pensiero dell'autore.
Fabio Mauri. Manipolazione di cultura e liberopensiero
Testi di Rocco Ronchi e Vittoria Maria Passera
Spazio Danseei Via Oriani 62 Olgiate Olona (VA)
Inaugurazione 12 aprile 2008 ore 18
dal 12 aprile – 10 maggio 2008
Orario d'apertura: venerdì e sabato ore 16-19 e su appuntamento
Info: Fermo Stucchi 348 5510909 0331 640369