Fondazione Querini Stampalia
Giovanni Carlo Federico Villa – Classe 1971, è docente di Storia dell'Arte Moderna presso l'Università di Bergamo, esperto di pittura del Rinascimento e specialista di tecnologie non invasive applicate ai Beni Culturali. Da circa un decennio è impegnato (insieme con Università di Milano e Scuola Normale Superiore di Pisa) nella realizzazione di un archivio di indagini riflettografiche della pittura italiana moderna. Dal 2005 è docente di Scienze applicate ai beni culturali presso l'Università Cattolica di Milano e nel 2006 è stato coordinatore scientifico della mostra 'Antonello da Messina' alle Scuderie del Quirinale.
Le Scuderie del Quirinale ospitano una delle più importanti esposizioni dell'anno, una mostra che contribuisce a riposizionare cronologicamente il grande Maestro veneziano. Quali sono le principali novità?
"Giovanni Bellini, noto a molti anche come il Giambellino, è l'artista che ha compiuto la prima unificazione linguistica 'nazionale', con un'arte capace di imporsi, per le generazioni seguenti, come punto di riferimento ineliminabile. È certo che affrontare le problematiche questioni di stile, tecnica e poetica riguardanti questo grande Maestro, significa ricostruire il puzzle di uno dei più alti momenti dell'arte italiana. Dalle nostre indagini (come quella condotta sul retro della predella Berchtesgaden tramite riflettografia), una notevole revisione emersa è quella che riguarda la data di nascita: Bellini non è nato intorno al 1425, e quindi più vecchio di Andrea Mantegna. Ultimo dei quattro fratelli, egli nacque, invece, intorno al 1438, da una relazione extraconiugale del padre Jacopo".
Musei civici di Pesaro
Come si articola l'esposizione presso le Scuderie del Quirinale?
"L'esposizione punta, come una monografia, esclusivamente su Giovanni Bellini e restituisce il suo percorso d'arte a partire da opere come la Madonna col Bambino del Rijksmuseum, di marca ancora bizantina, al Noè ebbro di Besancon. È chiaro, già da questi capolavori, che ci troviamo di fronte ad un artista che non manca mai di sorprendere per l'incredibile capacità di rinnovamento. Il primo piano della mostra è introdotto da un'opera di svolta: nell'Incoronazione della Vergine, meglio nota come Pala di Pesaro (riunita in mostra alla sua cimasa), vengono proposti un'inquadratura di assoluta novità e un prodigioso naturalismo nel paesaggio come non se ne erano visti prima. Le opere raccolte nella seconda sala presentano i temi devozionali tanto cari al pittore – la Madonna con il Bambino, la Pietà, il Crocifisso – ed evidenziano l'importanza dell'esperienza trasmessa dal padre Jacopo e la collaborazione con il fratello Gentile".
Alla mostra si è affiancata una campagna di restauri. Quali risultati ha prodotto?
"In effetti in mostra è possibile ammirare opere fresche di restauro come la Madonna del Museo di Castelvecchio o il 'Compianto su Cristo morto' degli Uffizi. Riprendendo il discorso sull'appena citata Pala Pesaro, credo sia importante sottolineare l'autonomia di Bellini da Piero della Francesca. Siamo sempre più convinti, infatti, che Bellini abbia raggiunto autonomamente quell'alto grado di unità tra paesaggio e figure. Non occorre, dunque, per far quadrare 'i conti dei prestiti e degli influssi', immaginare che il Maestro veneziano abbia per forza conosciuto l'opera di Piero. Bellini arriva da solo all'invenzione della pala a campo unificato, alla rappresentazione moderna del paesaggio. Personalmente è stato uno spettacolo vedere il lavoro straordinario di carpenteria della Pala Pesaro, tenuta insieme da pochi cavicchi di legno. La grandezza del complesso ha costituito anche la sua salvezza: soltanto la cimasa con la Pietà fu requisita dai Francesi, portata a Parigi e poi restituita al Governo Pontificio tramite i negoziati del Canova".
Marco Boschini scrisse nel 1660: "Zambelin se puol dir la primavera/Del Mondo tuto, in ato de Pitura:/Perché da lù deriva ogni verdura,/E senza lù l'arte un inverno giera". La carrellata di capolavori in mostra evidenzia come Bellini non fu solo il pittore di "dolci Madonne".
"Certamente Giovanni Bellini fu autore anche di intensi ritratti e di opere commissionate dalla Serenissima, come il Palione del doge Agostino Barbarigo. Ma nel curriculum dell'artista non mancano soggetti profani (come le Quattro Allegorie dell'Accademia di Venezia), e storici, come l'olio su tela con la raffigurazione delle Virtù di Publio Cornelio Scipione, risolto con una morbidezza chiaroscurale così diversa dal grafismo tutto archeologizzante del cognato Mantegna".
Galleria Borghese di Rom
La mostra è accompagnata da una ricca campagna di indagini scientifiche che hanno smentito l'affermazione del Vasari secondo cui i veneziani erano "sanza disegno".
"Giovanni Bellini disegnava, e come! E la sua rivoluzione artistica passa proprio attraverso la continua sperimentazione tecnica, così come ci testimoniano i disegni preparatori dei suoi capolavori, coperti dal velo di colore. L'indagine scientifica, consentita dalle moderne tecnologie, ci ha svelato un 'Bellini inedito', aiutando a sciogliere molti dubbi e a 'riordinare' il catalogo del caposcuola veneziano. Anche le indagini sui pigmenti (fluorescenza X caratteristica e spettrofotometria visibile e infrarossa) hanno fatto chiarezza su molti fronti. La ricerca che ha condotto a questa mostra dura da diversi anni e contribuisce a restituire a Giovanni Bellini il ruolo che gli spetta. Tra i grandi, infatti, nessuno è stato trascurato e dimenticato dalla letteratura encomiastica dell'800 come il Giambellino. Forse perché non ebbe una vita avventurosa: nacque, visse e morì nella laguna veneziana".
Anche il catalogo è in qualche modo 'storico'.
"Il volume che accompagna la mostra raccoglie per la prima volta tutti i documenti disponibili del grande Maestro. Sono stati pubblicati, inoltre, documenti che non venivano presi in considerazione dallo scorso secolo. È in programma anche un convegno a novembre, presso il Palazzo delle Esposizioni, che presenterà i restauri per la mostra romana, le tecniche di diagnostica e gli esami condotti sulle opere".
Giovanni Bellini
30 settembre 2008 – 11 gennaio 2009
Informazioni, prenotazioni, visite guidate
Tel. 06 39967500
Catalogo: Silvana Editoriale