Giovanna GrimoldiGiovanna Grimoldi

Poco diplomatiche – Che Angela e Giovanna Grimoldi siano due valenti artiste è quanto scopriranno i varesini visitando la mostra a loro dedicata e allestita negli spazi del Castello di Masnago. Che siano poco diplomatiche (ma guardate che è una gran bella, e rara, qualità al giorno d'oggi il saper manifestare quello che si pensa) l'abbiamo visto alla conferenza stampa di presentazione.
I puntini sulle i
– E' stata Giovanna, con tono impetuoso e brusco, a precisare, durante l'intervento dell'assessore Patrizia Tomassini, che ha fatto le veci del sindaco Fontana ma era presente soprattutto in quanto rappresentante delle Pari Opportunità, come le sue opere siano non prodotti della moda, ma dell'arte. E sempre lei ha chiesto che si provveda a sistemare adeguatamente l'illuminazione della rassegna, così da rendere piena giustizia per il giorno dell'inaugurazione all'allestimento, all'abbaglio degli specchi che ammiccano dai corsetti preziosi, possibilmente nel buio totale della stanza, ai colori che necessitano di essere esaltati.

Pretese legittime – Ancora lei – ma anche Angela lo dice col giornalista televisivo che la interroga a parte – ammette di non sentirsi amata a sufficienza da questa città, nella quale sono nate, e che non riconosce, meglio non conosce, la loro fatica.
Hanno insomma delle pretese queste artiste gemelle che sembrano due ragazzine imbronciate – ma sono nate nel '61 – e pare si divertano a scombinare i giochi e imbarazzare l'ufficialità di certi momenti. Ma, a ben vedere, nelle loro ancor giovane strada artistica hanno dato, e sofferto, non poco.

Angela GrimoldiAngela Grimoldi

La fatica dell'arte – Perché sì. C'è fatica, diciamo noi, dietro quelle facce tirate – non dal lifting ma dalla stanchezza – dietro i capelli scomposti a nascondere il viso e, nonostante le apparenze, l'imbarazzo delle interviste e del doversi mostrare. Perché l'impegno dell'artista non finisce a opera compiuta, inizia poi la parte più sgradevole e noiosa, di chi deve farsi conoscere e riconoscere.
C'è fatica ancora in quei fisici asciugati da giorni e notti di lavoro intenso. Ci racconterà poi Angela che la grande tela di giaggioli esposta nella sala al piano superiore del Castello, iniziata tempo addietro, l'ha terminata l'altra notte. E odora ancora di vernice un'altra sua grande opera, una pittura rosseggiante di fiamma. Come sanno di fatica , di passione, di umanità i carnet di viaggio fatti a inchiostro, su carte cinesi e giapponesi speciali. E recano il loro gran carico di umanità i barconi di Tai Po' che dondolano sotto un perfetto cielo d'oriente, sospesi nel grigiume vaporoso e umido, tra acqua e cielo.

Viaggi in Oriente – Lei ha incontrato lì, su quelle barche fatte di niente, anziane donne che dalle loro case sull'acqua non sono mai scese. Donne senza storia e senza volto, come le spazzine di Sai Kun. Quell' umanità immota e dimenticata, quella di padre Adelio, che lei ha cercato fin laggiù, per la quale ha lavorato e – rivela con pudore – offerto il frutto del suo lavoro d'artista, lascia ancora un solco nel cuore di Angela. L'altro solco è quello lasciato da Guttuso, suo maestro d'arte di cui fu giovanissima modella e allieva nella verdeggiante patria di Velate.

Visita alla mostraVisita alla mostra

Aggressività e riconoscenza – Giovanna svela invece le angolosità del carattere, l'aggressività d'artista, nelle sue puntute corsetterie d'artista, nei tagli degli specchi e delle ceramiche spezzate. Ma affascina per la scelta dei materiali e dei colori, per estro, gusto, manualità, come sottolinea soddisfatta la curatrice Luciana Schiroli. A lei le irrequiete gemelle riconoscono il merito di averle condotte per mano al più importante appuntamento con la città.

La scoperta di Varese – Varese può ora vantarsi di una scoperta, come ha sottolineato con piacere il direttore dei Musei Civici Alberto Pedroli, che valeva la pena di fare, nel segno di quell' interesse verso gli artisti locali più rappresentativi.
Angela e Giovanna Grimoldi, non c' è dubbio, sanno il fatto loro, anche se sono più conosciute fuori Varese che nella loro città. Perché Varese, finora, non aveva fatto loro sconti né piaceri. Questo è dunque il primo vero segno di attenzione, e speriamo non sia l'ultimo, per due concittadine artiste che hanno portato creatività e sensibilità artistica in giro per il mondo, sulle passerelle della moda, ma anche nei musei delle città d'arte più importanti.

E' arte, solo arte
– Perché davvero la biografia delle sorelle Grimoldi è un intreccio di appuntamenti con questi due mondi niente affatto lontani. E allora, chiediamo a Giovanna, quale può essere la differenza tra un abito scultura di Roberto Capucci e un suo corpetto. La differenza è data dal materiale, risponde. Come a dire: sempre arte è.
Franco Prevosti, presidente della commissione cultura del Comune di Varese e rappresentante del Circolo Cavour, interviene per ultimo e chiosa dicendo che nei quadri di Angela c'è un po' di Kurosawa, il regista di "Sogni". A noi, che abbiamo molto amato quella pellicola di Kurosawa, il suo affascinante e fantasioso intreccio tra arte e vita, tra favola e dramma, tra buio e colore, l'immagine piace. Piacerà anche ad Angela e Giovanna?

Angela e Giovanna Grimoldi. Due profili d'arte
Castello di Masnago
29 giugno – 3 settembre 2007
inaugurazione 29 giugno ore 18
orari: da martedì a domenica 9.30-12.30/14-18
terzo sabato del mese: chiusura 22
catalogo in mostra
a cura di Luciana Schiroli
info: 0332-820409-0332-255476
email: musei.masnago@comune.varese.it