Silvio Monti è ospite presso l'Atelier Capricorno di Gemonio, secondo appuntamento annuale con un "mostro sacro" tra gli artisti del territorio: l'anno scorso toccò a Giancarlo Sangregorio. Quest'anno l'attivo laboratorio di arti visive fondato da Anny Ferrario ha invitato lo spregiudicato, ironico, esoterico Monti ad esporre i lavori degli ultimi anni e alcuni pezzi cotti di recente nei forni dei fratelli Robustelli alle Fornaci Ibis di Cunardo.

L'inaugurazione della mostra, presente anche l'amico di sempre e compagno di strada di avventure artistiche Angelo Branduardi, è stata una dimostrazione dell'atipicità di Monti, sottoposto ad una sorta di prova warholiana: un'intervista impossibile, da cui l'artista si è districato citando non senza ironia e disincanto Platone, Nietzsche, Picasso e tutto il funambolico armamentario di cui è dotato.

Lo stesso che emana dalla sua arte, pittura, scultura, collage, grafica che sia. "Quando ero giovane – racconta Monti – avevo questa idea un po' fascista di poter plasmare a mio piacimento il mio lavoro. Ho scoperto col tempo quanto sia più divertente diventare tutt'uno con la mia arte, farmene trascinare, fare emergere le parti recondite".

L'arte come rivelazione delle verità inconfessate e inconfessabili? Nient'affatto. L'opera, secondo Monti deve innanzitutto trasmettere poesia, ironia, ma deve essere anche "una grande bugia", deve stupire, raccontare e stupire, sopratutto l'artista e poi il pubblico.

In mostra l'artista ha portato la monumentale Horus, scultura dal netto sapore egizio, un nudo con la testa grifagna di uccello, le sue celebri teste in refrattario policromo, alcune opere del suo ultimo ciclo intitolato Mediamente, un'altra in puro Monti style, in refrattario colorato quasi blu Klein e i recenti bellissimi vasi antropomorfi. 

Ma il limite dell'affrancamento dai cliché e del suo essere, se vogliamo, molto pop, è l'utilizzo della carta da giornale come supporto a molte sue opere grafiche. Perché? "Perchè amo la carta visceralmente e odio la tela tradizionale, i suoi vincoli, la sua rigidità – risponde –  mi piace la sensazione tattile che dà, le ombre che si creano lavorandola". Ma soprattutto si crea e di distrugge con la stessa velocità con cui passa e si dilegua un'idea.

Silvio Monti – Odio i pesci rossi
21 ottobre – 30 ottobre 2006

Cocquio Trevisago
Atelier Capricorno – via Fiume 6
orari: venerdì, sabato, domenica, lunedì, 15-18.30
info: 0332-619227
www. ateliercapricorno.net