Effetto Futurismo – Villa Olmo si apre ai grandi maestri dell'arte russa del primo Novecento. Ad accogliere il visitatore un grande pannello, che a caratteri cubitali, recita: "Noi siamo la supremazia del nuovo, possiamo solo creare, siamo giovani e puri, grazie a noi si svilupperà l'arte nuova […] Col nostro nuovo sistema e col programma facciamo le arti rivoluzionarie del cubismo, del futurismo e del suprematismo perché queste racchiudono l'avanzata degli avvenimenti verso l'unico segno creativo". Poi, il ‘proclama dei sostenitori della nuova arte' continua, ma queste poche righe danno già l'idea di ciò che si respirava nel 1920 a Vitebsk, cuore pulsante di un'Avanguardia raccontata attraverso le opere e il pensiero di quegli anni, in quei luoghi, di quattro grandi artisti come Chagall, Kandinsky, Malevič e Filonov fino al 1930. Il Futurismo marinettiano si propagò come un'onda artistica e culturale sconvolgente ovunque e costituì l'antecedente senza il quale anche l'Avanguardia russa non avrebbe potuto esprimersi liberamente fino alla sua conclusione generalmente identificata con il suicidio di Majakovskij.
Dimensione familiare con orizzonti infiniti – Così si può definire il periodo russo tra il 1907 e il 1925, che caratterizza l'opera di Marc Chagall e che nella mostra lariana accoglie il visitatore proprio nelle prime sale dell'elegante Villa Olmo. Capolavori come Autoritratto con tavolozza del 1914, l'Ebreo rosso dell'anno successivo e Lo specchio dello stesso anno, insieme ad altri dipinti in cui sono ritratte scene familiari, mettono in risalto il suo legame profondo con la terra natale. Chagall è nato a Vitebsk , dove fonda nel 1915 su richiesta del Commissario del popolo per l'istruzione un'accademia d'arte. Presto, la scuola diventa un centro propulsivo e d'avanguardia dove accorrono sia ex-insegnanti di Chagall sia giovani artisti come Kazikir Malevič, col quale non intrattiene rapporti idilliaci, al punto di lasciare Vitebsk nel 1920 per Mosca e due anni dopo per Berlino a causa della crescente crisi economica.
Cromatismi spirituali – Kandinsky come Chagall lasciò la Russia, per approdare in Germania e diventare un protagonista del Bauhaus o ancor prima – messa in un cassetto la laurea in giurisprudenza all'età di trentanni – si trasferisce a Monaco per seguire i corsi privati di pittura e le lezioni all'Accademia di Belle Arti del pittore secessionista Franz von Stuck e trova come compagno di corso Paul Klee. I paesaggi in mostra sono realizzati tra il 1901 e 1909, e sono opere nel quale il colore è protagonista anche se dominato già da una sintesi formale. Nel 1911 pubblica "Lo spirituale nell'arte", un anno prima dipinge le sue prime Composizioni e partecipa a Mosca alla prima mostra "Fante di quadri" insieme a Malevič. A Monaco conosce Franz Marc e August Macke con i quali fonda il gruppo "Cavaliere azzurro" (Blauer Reiter). Nella mostra a Villa Olmo è possibile ammirare alcuni dipinti astratti tra i quali Due ovali e Ouverture.Bordo viola entrambi del 1919 e tre opere molto interessanti per il legame alla tradizione russa, dipinti olio su vetro, dal titolo Nuvola dorata, Amazzone con i leoni e Amazzone sulle montagne.
Malevič e il fascino della geometria – Le 23 opere che formano la sezione dedicata a Malevič, diversamente da quelle di Chagall e Kandinsky, coprono l'intera ricerca artistica del mestro russo. La fase iniziale, tra 1906 e 1913, corrisponde ad un'apertura verso la pittura europea, dagli impressionisti ai Nabis, come ne Il riposo. Alta società in cappello a cilindro del 1908 e Autoritratto assando dalla figurazione primitivista e cubofuturista con riferimenti chiari alla pittura di Léger. Dal 1913 al 1919 coincide con la fase del suprematismo, caratterizzato da un astrattismo geometrico e culminante nel Quadrato rosso del 1915. Poi, con originalità l'artista torna ad una fase neo-figurativa ove l'opera simbolo è Testa di contadino del 1928-29. Malevič dipinge contadini senza volto che ricordano l'essenzialità delle icone. Tema caro agli artisti dell'Avanguardia russa declinato in modo diverso e personalissimo da ciascuno. La possibilità di ammirare le opere di Malevič nella sua interezza e complessità non è così scontata come per altre opere di altri artisti, si pensi che solo a partire dal 1977 l'artista e soprattutto le sue opere hanno superato il pregiudizio ideologico che le occultava allo sguardo del grande pubblico e del fruitore dell'arte.
Filonov e l'arte analitica – Pavel Filonov è artista filosofo, artista solitario, artista ossessivo. Le 15 opere in mostra sono per lo più sconosciute per l'Italia. Rivalutato anch'egli solo recentemente in patria la sua ricerca pittorica è caratterizzata da una tecnica minuzioza e precisa. Egli parte da un piccolo dettaglio del soggetto prescelto e ossessivamente lo amplifica in un universo caleidoscopico. Al cospetto delle sue opere il fruitore prova un senso di disagio e di vertigine. Una mostra che rende omaggio all'Avanguardia russa con opere di pregio provenienti per la maggior parte dal Museo di Stato di San Pietroburgo e da collezioni pubbliche e private. Grazie alla stretta collaborazione tra l'Assessore alla Cultura del Comune di Como, Sergio Gaddi e Vladimir A.Gusev, direttore del museo russo. E' accompagnata da un catalogo esaustivo per comprendere al meglio le ricerche artistiche dei quattro grandi maestri russi dal respiro europeo: autori di linguaggi e stili pittorici messi a confronto in questa mostra comasca, che aspira a confermare il successo delle esperienze espositive passate, realizzate a Villa Olmo.
Chagall, Kandinsky, Malevič