Da Busto Arsizio a Padova – Sarà uno dei suoi famosi lampadari ad illuminare di luce la mostra "Riciclarti 2010 – cantiere arte ambientale": è questa, infatti, l'opera di Raffaella Bandera che è stata selezionata dagli organizzatori della grande rassegna d'arte ospitata presso l'ex-macello di Padova. Il progetto è giunto quest'anno alla terza edizione e coinvolge numerosi artisti e designers selezionati tramite bando di concorso. Oltre a grandi ospiti internazionali, la mostra vede, tra l'altro, la presenza di un'altra rappresentanza varesina, quella del duo di artisti viggiutesi Enzo Capozza e Maria Rita Fedeli. Attraverso diverse tecniche e punti di vista, ognuno degli artisti partecipanti offre il proprio estro al servizio del riutilizzo delle cose dismesse, che acquistano così nuova vita e significato.
Chic, con ironia – Proprio questa, infatti, è la strada che anni fa Raffaella Bandera ha deciso di intraprendere, mettendo alla prova la propria creatività, il gusto della manipolazione e facendo sua la vocazione del riciclo: le sue opere, al confine tra design, arte, arte applicata, artigianato contemporaneo, nascono dall'uso e dalla lavorazione manuale di resine, gomme siliconiche e materiali plastici, combinati insieme a vario materiale di scarto. Tre le opere che l'artista aveva presentato al concorso per Riciclarti. Quella scelta per essere esposta è, in effetti, uno dei suoi pezzi forti: "Catadores de lixo" (2006), una lampada a sospensione costruita interamente con materiale di recupero. «L'opera è una ironica "presa in giro" di Caifa, un bellissimo e costosissimo lampadario con pendenti di puro cristallo italiano a forma ottogonale taglio Bohemia, proposto da due famosi designers milanesi: Lolli e Memmoli. Da
Caifa il mio lampadario copia la foggia ma utilizza materiali destinati alla discarica…rame, vetri rotti, lampadine bruciate bastoncini da caffè, bottigliette in plastica, pezzetti di alluminio e avanzi di vecchi maglioni» spiega Raffaella.