A significare la percorrenza spaziale e sentimentale dei soggetti presenti, nell'Hortus Conclusus di Irene Balia, sono gli sguardi.
La staticità meditativa dei corpi è in sintonia con il paesaggio circostante, concepito per armonici passaggi cromatici, il cui succedersi porta lo sguardo ad un tragitto misurato che implica pacatezza e attenzione ad ogni apertura spaziale, al punto da cogliere la minuziosità calligrafica della giovane artista che si è affidata per il suo Hortus Conclusus alla curatela di Marta Cereda.
Nell'attenzione minuziosa dedicata ai particolari, emerge la necessità di Irene Balia di dilatare il tempo del suo rapporto affettivo con l'opera in costruzione, quasi che il distaccarsene significasse una piccola pena. Tale aspetto emotivo pare raffigurato dal lento e misurato procedere dei personaggi di "Processione notturna".
In Hortus Conclusus, opera composta da quattro tele di grande formato (120×400 cm.), Balia offre al visitatore una possibilità interattiva, poiché ad ognuno è concesso di ricreare gli spazi ricomponendo il tutto a seconda dei propri desideri.
Oltre a ciò, l'artista invita ognuno di noi ad una graduale percorrenza visiva lungo l'armonico susseguirsi di campi, declivi, colline, sino alla linea dell'orizzonte, dove lo sguardo si perde immaginando un altrove invisibile.
L'opportunità di incontrare Irene Balia, ci ha permesso di rivolgerle alcune domande.
"Nelle tue opere, alcuni particolari rivelano una meticolosa minuziosità. Questo protrarre nel tempo il tuo lavoro è indice di profondo affetto nei confronti dei personaggi e dei luoghi che raffiguri?"
"I miei lavori si basano su contrasti. Pieno/vuoto, tela dipinta/ tela grezza. Il dettaglio fa parte di queste contrapposizioni, ma penso che inconsciamente possa rappresentare questo affetto".
"In alcune opere in mostra vai oltre l'Hortus Conclusus, si tratta di una compensazione spaziale fra i due luoghi?"
"Si, anche nel polittico la recinzione formata dagli alberi si spezza, si apre. La separazione tra interno ed esterno, intesa come intimità ed esteriorità, in alcuni quadri si rompe fino a coincidere".
"Ti senti un po' come Irene/Alice nell'Hortus delle meraviglie?"
"No, non mi sento come Alice. Il suo paese delle meraviglie è una realtà parallela, fantastica. Hortus conclusus è il simbolo di un momento e di un luogo reale ed intimo".
Irene Balia – "Hortus conclusus"
Milano, Circoloquadro, via Thaon di Ravel 21
Fino all'8 marzo
Orari: da martedì a venerdì dalle 15.00 alle 19.00