Il territorio limite percorso da Francesca Magro nella sua ricerca inerente l'Oltreuomo, trae linfa dai costanti progressi scientifici, non dimenticando il rischio di manipolazione che da questi potrebbe scaturire.
Nelle 38 incisioni, eseguite tra il 2011 e il 2012 e presenti in mostra presso la Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco, Francesca Magro conferisce ai suoi corpi dall'incerta stabilità, architetture dove anatomia e meccanica convivono mutuandosi. La mostra, coordinata da Moreno Chiodini, si intitola: "Incarnazione del segno".
Il minuzioso lavoro dell'artista, nata a Bergamo nel 1958, ma che da anni vive e lavora a Arese, vivifica i moti deambulatori di quegli esseri che paiono creati da un demiurgo roso dal desiderio di una sperimentazione estrema, priva di un chiaro punto d'arrivo.
L'incerto muoversi di quelle fisionomie, il cui rimando cinematografico porta a "Crash" di Cronenberg, provoca mulinelli d'aria, descritti con misurata sintesi dai vibranti flussi segnici della Magro.
Negli scenari senza tempo, privi di pertinenti punti di riferimento, si compie l'incerto e precario destino di quei figli di un dio minore, il cui pensiero pare lontano, anzi lontanissimo, dai "Ricordi" di Marco Aurelio Antonino "Devi sempre pensare: chi sono costoro dai quali vuoi avere un riconoscimento? Effettivamente, in tal modo, non avrai da rivolgere rimprovero a chi sbaglia involontariamente e nemmeno ti curerai di una loro testimonianza; insomma, tieni fisso lo sguardo all'origine segreta dei giudizi e degli impulsi di questa gente".
Francesca Magro – "Incarnazione del segno"
Milano – Scuola Superiore d'Arte Applicata del Castello Sforzesco, via Giusti 42
Fino al 3 giugno
Orari: lunedì e giovedì dalle 19.30 e dalle 22.00
martedì e mercoledì dalle 16.00 alle 22.00