La benedizione del Maestro – Picasso la chiamava la macchina da cucire. Era la vecchia Rolleiflex pagate a rate con la quale il ventitrenne André Villers si presentava al cospetto del grande artista. E fu lo stesso Picasso e venire in soccorso comprandogliene una nuova di zecca: "Adesso si che sei un vero fotografo", gli disse il grande Pablo. Nasce così, come racconta lo stesso Villers nelle sue biografie, l'avventura di un timido fotografo, nato nel 1930 a Beaucourt e diventato nel dopoguerra ufficiel oeil di Picasso. Ultimamente è stato presente in due collettive, a Reggio Emilia, e a Milano, prima ancora in una antologica a Lissone e una presso lo Spazio Ta Matete a Roma, in entrambi casi curate da Flaminio Gualdoni. L'opera di André Villers, uno degli artisti storici della fotografia europea del secondo dopo guerra, anche per il pubblico italiano non è una novità, strettamente parlando.
E' una novità piuttosto una monografia che racchiuda non solo buona parte della sua operazione fotografica, ma anche delle sperimentazioni artistiche che Villers in sodali frequentazioni con il meglio della cultura artistica europea ha portato avanti negli ultimi decenni.
Esclusiva – Il volume "Album Villers ou l'imaginaire portatif", è frutto dell'esclusiva concessa a Debora Ferrari e Luca Traini, l'edizione è la loro 'domestica' casa editrice TraRari Tipi, e viene presentato il 18 gennaio ad Aosta, da qualche tempo sede operativa del duo varesino. Un libro che serve a lanciare il progetto di una mostra itinerante, promossa in collaborazione con Eurotravel e che ci si auspica possa toccare anche una città sino adesso restia a proporre fotografia come Varese.
L'enclave della cultura – Andrè Villers, un personaggi discreto, di una lucida umiltà. Abbiamo di lui un ricordo: anni fa, quando claudicante e appoggiandosi ad un bastone, si inerpicava lungo le stradine in salita di Seillans, splendido borgo collinare della Costa Azzurra, a far visita all'amico Cesare Peverelli, che vi risiedeva e inaugurava una personale, subito a ridosso da quella allestita in sala Veratti nell'estate del 1997. Villers, oltreché amico di Peverelli, era una sorta di vicino di casa, in quell'enclave che dagli anni cinquanta in poi è stata quella lingua di Francia a non troppi chilometri dall'Italia: Seillans, Mougins, Vallauris, la stessa Nizza e i suoi dintorni. In particolari congiunzioni si potevano trovare Masson, Max Ernst, Aragon, Butor, Prevert, oltre al 'motore primo' Picasso, e la sua cerchia di estimatori, intellettuali, storici dell'arte, critici d'arte, fotografi più o meno accreditati.
In simbiosi – E proprio a Picasso, in particolare, è legata la fama di Villers: un ventennio di intima vicinanza, di complicità e sperimentazione, dal 1953 all'anno della morte del maestro spagnolo, avvenuta nel 1973. Con l'artista inizia a collaborare a "Les lettres Francaises" ritraendo scrittori e pittori come Prévert, Léger e Chagall. Si stabilisce a
Vallauris e inizia i primi esperimenti fotografici in comune con Picasso. E' del 1959 "L'Album photographique Portraits de Picasso" con testo di Jacques Prévert; una collaborazione a tre che si rinnova nel 1962, con "Diurnes", raccolta di esperimenti fotografici e montaggi in stretta simbiosi con il pittore e il contributo testuale del poeta.
Il meglio dell'arte e della poesia – Picasso è stata la via all'arte e alla letteratura per Villers: tramite lui, il fotografo ha avuto modo di trovare la chiave per avvicinarsi ad altri protagonisti della cultura visiva – Mirò, Le Corbusier, Guttuso, Arp, Boulez, César, Ponge, Hartung, Brassai, Doisneau, tra gli altri – e letteraria: Cocteau, Leo Ferré, Ionesco, Aragon. Fino al grande omaggio "Ombres des sculptures", dedicato a Giacometti.
La prima tappa – La monografia presentata in anteprima ad Aosta, realizzata in stretta collaborazione con lo stesso Villers, riporta pagine critiche, biografiche, scritti dell'artista e circa 150 immagini tra i ritratti, fotoelaborazioni e i découpages del maestro. La presentazione al pubblico del volume, presente l'artista e la sua famiglia, sarà anche l'occasione per presentare una grande mostra che la stessa Aosta, prima di altre sedi, ospiterà presso l'Hotel des Etats tra maggio e ottobre prossimi.