Testamento spirituale – "Tutti i lavori che Aldo Tagliaferro ha svolto nell'arco della sua attività di ricerca si distinguono per coerenza e per profondità di impostazione e sviluppo. L'ultimo di questi, che è stato al centro di alcune presentazioni espositive, e che occupava negli ultimi anni la sua esplorazione, ha un chiaro valore simbolico. Il confronto tra "un metro di terra" e "un metro di cielo", individuati in una serie di stampe in bianco e nero che, nelle medesime dimensioni, rispecchiano lo scavo di un metro quadrato/cubico di terra e, idealmente, di un metro quadrato (visivo) di cielo sopra di esso è immagine che si può dire unisca lo spazio al tempo, la dimensione terrena e la proiezione celeste delle misurazioni dell'uomo. L'individuazione dello spazio originario nasce dalla scelta di una porzione di terreno a poche decine di metri dalla sua abitazione, sulle colline emiliane, e traccia una sorta di ubi consistam, dove l'artista riesce a indicare il proprio omphalos, il centro del mondo in relazione a sé, generando una specie di ingrandimento e di successivo allontanamento rispetto alla dimensione puntuale, dove riflettere la dimensione dell'universo". Sono parole di Francesco Tedeschi che così commentato, tempo addietro, il pensiero e la riflessione artistica di Aldo Tagliaferro.
Una sorta di ombelico filosofico, dubitativo ed esistenziale, un felice momento d'incontro fra microcosmo e macrocosmo: ecco l'arte secondo Tagliaferro, in mostra a Gallarate fino al 29 gennaio, in un allestimento che dire minimalista è dir poco.
Ma tanto basta. La mostra Aldo Tagliaferro. L'immagine trovata, nasce dalla volontà dell'Archivio Tagliaferro di concedere in comodato d'uso gratuito al MAGA, un numero di opere dell'artista in modo da far conoscere e rendere fruibile il lavoro di uno dei principali artisti concettuali italiani e uno fra gli outsider meglio
allestita al MAGA
esemplificativi rispetto ai gruppi o alle tendenze storicizzate dell'arte italiana.
Vicino alla Mec Art, al cinetismo e all'arte programmata nella seconda metà degli anni '60, Tagliaferro si è mosso in territori "misti", indagando l'immagine come un corpo soggetto a comportamento e a relazione con il mondo. Vera e propria traccia del presente, la fotografia per Tagliaferro getta un focus – tentativo – sulla complessità del fare, della ricerca e del guardare. Per l'autore, infine, la fotografia è il mezzo che consente l'aderenza diretta con il reale, permettendo, nel contempo, uno schietto avvicinamento alle questioni che la riguardano in quanto segno, forma e icona.
Il fulcro della mostra di Gallarate è posto sulle molteplici possibilità di lettura di un'immagine e sulla sua interpretazione soggettiva da parte del pubblico. Le opere, che andranno ad arricchire la collezione permanente del museo, sono inserite in un percorso volto a presentare la ricerca dell'artista attraverso le opere più significative dal 1970 al 2000.
Centro della riflessione e punto di partenza del progetto è Analisi del feticismo e le sue componenti, n. 1, 1977, opera esposta alla quarta mostra L'arte sperimentale dei nuovi mezzi espressivi e comunicativi del X Premio Nazionale di Pittura Città di Gallarate nel 1977 ed entrata a far parte della collezione del museo nello stesso anno, per donazione del Premio Gallarate.
Aldo Tagliaferro – L'immagine trovata
Dal 26 novembre 2011 al 29 gennaio 2012
Gallarate, MAGA – MUSEO D'ARTE DI GALLARATE
Via Egidio De Magri 1
Per maggiori info.: http://www.museomaga.it/
0331791266, 02542757
Orari: dal martedì alla domenica, dalle 9.30 alle 19.30
Chiuso il lunedì
A cura di Giulia Formenti