![Il Sacrificio Johnson](/wp-content/uploads/2017/07/0d6b7779e91ab4f5fecdf93c0a8b8c80.jpg)
La versione all'alba – L'autografia del quadro Johnson (Lawrenceville, USA), anche secondo quanto è possibile leggere nel volume di Maurizio Marini, è accertata sia dall'altissima qualità sia dalle peculiarità tecniche quali si ravvisano alle indagini scientifiche (raggi x e riflettografie). Questi metodi di analisi non invasivi rivelano alcuni significativi pentimenti in corso d'opera validi ai fini dell'originalità dell'invenzione artistica. L'iconografia "tenebrosa" di questo Sacrificio (diversa da quella diurna degli Uffizi) è nota sin dagli studi di Juan Ainaud de Lasarte del 1947. Quest'ultimo portava in campo critico la ricca documentazione relativa ai quadri del Caravaggio pervenuti ab antiquo in collezioni spagnole e un buon numero di copie che attestavano la "versione scura" del Sacrificio di Isacco, il cui originale è stato reso noto nell'89 dalla Gregori ("Il Sacrificio d'Isacco: un inedito e considerazioni su una fase savoldesca del Caravaggio", 1989).
La versione notturna – Con provenienza da collezione napoletana, la versione ‘notturna', oggi a Modena in collezione privata, è passata per una vendita Christie's a Roma del 13 aprile 1989, quale copia dal Caravaggio. Passata al vaglio da Maurizio Marini, venne analizzata ai raggi x a causa dell'ossidazione della superficie pittorica che ne rendeva difficile la piena lettura e la formulazione di ipotesi attributive. Attraverso i metodi di indagine, venne evidenziato, nella zona inferiore, centrale, in basso, un ampio pentimento nella mano di Abramo, dove il coltello era stato soprammesso in corso d'opera
![San Giovanni Battista, Museo della cattedrale di Toledo](/wp-content/uploads/2017/07/4fc8efdd967dfb658020c93e24c18a20.jpg)
Museo della cattedrale di Toledo
secondo una peculiarità tecnica del Caravaggio. Solo dopo il recente restauro e la conseguente pulitura ad opera di Marta Galvan, è stato possibile approfondire l'identificazione dell'opera; il lavoro dei restauratori, infatti, ha comportato, oltre alla rifoderatura, la rimozione delle vernici antiche e delle debordanti ridipinture sette-ottocentesche, cosa che ha permesso il riaffiorare delle materie cromatiche stese con scorrevolezza, nonché delle riprese con lo stilo e di numerosi elementi tecnico-formali che connettono le soluzioni visive di questa stesura con quella Johnson, oggi a Lawrenceville, ormai acquisita agli studi caravaggeschi con cronologia al 1597-1598. L'autografia del Sacrificio di Isacco è accolta dal Marini che, in rapporto alla datazione del 1601 del San Giovanni Battista coi rovi di Toledo, conferma tale cronologia anche per l'Isacco Johnson.
Il confronto – Il confronto tra le due versioni autografe, Johnson e Modena, conferma, secondo il Marini, la loro realizzazione in contemporanea. Quale metodo di lavoro aveva seguito il Caravaggio per trascrivere i modelli sulle tele? Secondo lo studio del Marini è presto detto: nella stanza romana del Merisi erano state posizionate due tele dall'imprimitura scura già stesa e di misure identiche, dal cui campo mediano era visibile il modello da riportare in pittura. Il Merisi non si valeva del graticcio accademico ma procedeva a mano libera sulle due superfici. Con tale praxis operativa, la condotta era parallela e quindi erano gli stessi anche i pentimenti in corso d'opera e le correzioni. È l'indagine radiografica, infine, ad addurre molti elementi di valutazione circa la genesi iconografico-temporale di ambedue le versioni del Sacrificio.