Dalla pittura all'avanguardia – Un'accurata selezione di opere dell'artista Dario Zaffaroni, in mostra alla Galleria Arte Contemporanea e Dintorni di Como, illustrerà il suo percorso artistico sviluppato nel contesto dell'arte cinetica. Zaffaroni nasce a San Vittore Olona nel 1943, ma è nel clima milanese che matura la sua vena artistica. Dopo il diploma in Industrial Design, infatti, si avvicina alla pittura e negli anni sessanta esordisce nelle prime mostre. La svolta sarà nel 1968 quando, a contatto con gli artisti dell'avanguardia milanese, quali Dadamaino, Calderara, Colombo, Varisco, Minoli, Spagnulo, Nigro, Tornquist, abbandona gli strumenti pittorici tradizionali a favore di nuovi mezzi e linguaggi che comportano l'utilizzo di materiali inusuali come carte speciali, plastica, metalli e proiezioni cromatico-luminose. Ha inizio così la sua ricerca rivolta ad indagare i meccanismi della percezione visiva.
Ipnotizzare con forme e colori – Gli esordi di questo percorso sono testimoniate dalle opere definite Cromodinamiche Fluorescenti in cui l'opera d'arte si allontanava sempre più dalla raffigurazione della realtà, incentrandosi sull'indagine del colore. Zaffaroni lavora con forme, rilievi geometrici e carta ritagliata dai colori fluorescenti. Esclude a priori qualsiasi forma di miscelazione del colore. La fluorescenza assume un ruolo di forte stimolo visivo, agendo da forte richiamo dell'attenzione e invitando lo spettatore a un gioco di variazioni di toni, di luci, ombre e forme che sono il risultato del movimento dell'osservatore rispetto all'opera. Il pubblico perde il suo stato di passività e l'opera con il suo intersecarsi di forme e di colori costringe il soggetto che guarda a modificare il suo punto di (s)vista.
Creare con i pixel – La ricerca dell'artista si è poi evoluta negli anni, avvalendosi delle nuove tecnologie. L'artista ha cambiato strumento espressivo e ora utilizza il computer attraverso il quale cattura e rielabora immagini. Questa scelta nasce dall'analisi del nuovo contesto sociale in cui la tecnologia, in particolare gli strumenti informatici, diventano sempre più il mezzo attraverso il quale l'uomo riceve gli stimoli percettivi. L'artista approda, dunque, alle Digital Textur, in cui ogni riferimento a forme precise è abbandonato e l'osservatore è costretto ad affrontare l'indeterminazione. Chi guarda è lasciato nel ruolo perenne di ricercatore, perché si trova in un ambiente confuso che sembra non portare a nessun risultato definito. Le Digital Textur raffigurano miriadi di pixel cromatici apparentemente caotici dai quali, magicamente, appaiono parole e frasi famose (Arte, I have a dream, Yes we can…) che fanno parte del patrimonio culturale collettivo. Ancora una volta, per scoprire la frase nascosta è necessario il movimento dell'osservatore, che deve allontanarsi per avere una percezione d'insieme dell'opera.
Osservatore attivo – L'esposizione riassume bene lo sviluppo del suo cammino artistico, caratterizzato da un perenne sforzo nella ricerca e nella tecnica e da un'altrettanto importante componente ludica, che attrae lo spettatore con forza nelle maglie ipnotiche di forma e colori puri, fluorescenti, facendolo entrare in relazione dinamica con l'opera: il suo modo di interagire con essa può cambiarla o modificarne il senso così che da diventare complemento e completamento dell'opera stessa.
Punti di (s)vista
Mostra di Dario Zaffaroni
Dal 3 al 31 ottobre 2009 Galleria ARTE CONTEMPORANEA E DINTORNI
Via Borgo Vico,12 COMO
Tel. 031 574096
Orario: da martedì a venerdì 15.30/19.30, – sabato 10.00/12.30 – 15.30/19.30; lunedì chiuso