Un focus speciale è dedicato al lavoro di Andrea Magaraggia che per la project room del MA*GA ha realizzato un'installazione site-specific dal titolo L'ordine spontaneo.
L'ordine spontaneo, metafora di una "auto organizzazione" degli elementi, è la condizione in cui le forme e le strutture di Magaraggia abitano lo spazio espositivo. L'installazione ha origine nella stanza della project room, centro di incubazione di alcune sculture che si espandono anche al di fuori, nello spazio della collezione permanente, e che hanno a che vedere con il fenomeno dell'apoptosi. In biologia l'apoptosi indica una forma di morte cellulare programmata che l'organismo mette in atto per il controllo del suo corretto sviluppo: il sacrificio di alcune cellule va a vantaggio di una crescita sana.
Allo stesso modo ciascuna delle sculture realizzate possiede un grado di finitezza variabile, dato dal continuo controllo da parte dell'artista durante la fase di lavorazione del poliuretano. Il poliuretano infatti è un materiale schiumoso all'origine, e portato ad una espansione continua: il lavoro di contenimento e deviazione che l'artista compie, è accomunabile al gesto dello scolpire, ma presenta una dinamica più complessa, per via di quella forza naturale (propria appunto del poliuretano) che va continuamente controllata e indirizzata e che lascia uno spazio aperto al caso, inevitabilmente.
Altro aspetto centrale dell'installazione è la costruzione di uno spazio nello spazio con strutture geometriche semplici che evidenziano, e a volte disturbano, la relazione visiva delle opere presentate. Linee e blocchi si inseguono e interrompono, si spezzano e ricompongono nella ricerca di scenari e visioni inedite. Il risultato è permeato della tensione tra elementi che lottano per la propria emancipazione dai limiti dello spazio, e che tentano l'imposizione di un ordine solo apparente, perché spontaneo.
Dice Andrea Magaraggia dell'opera per il MA*GA: "Nel titolo c'è un discorso di casualità di queste forme, del loro aderire a superfici che ne determinano il confine. L'installazione si adatta ogni volta in relazione a differenti stanze, muri e ambienti aggiungendo o togliendo alcuni elementi. Queste sculture diventano delle insolite unità di misura nello spazio circostante".
Andrea Magaraggia (1984 Vicenza, vive e lavora a Milano) www. andreamagaraggia.com. Nel 2007 ha conseguito il Diploma in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Venezia e nel 2010 la Laurea Specialistica presso l'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Il suo lavoro artistico è riferibile all'ambito della scultura e dell'installazione, comprendendo materie che provengono da contesti diversi, marmi, poliuretano espanso, legni e oggetti trovati. I materiali vengono cercati e accumulati, in attesa del loro utilizzo. Dopo questa sedimentazione l'artista con il suo lavoro fissa una nuova condizione degli elementi che sono sottoposti a modifiche e contaminazioni, anche in relazione al contesto in cui si trovano, fino ad uno stadio in cui non è più possibile aggiungere o togliere nulla.
Tra le principali esposizioni personali si segnalano Displace, al MAC Museo d'arte contemporanea, Lissone 2013, Open, Viafarini-in-residence, Milano, 2013, It makes me tense, MARS, Milan Artist Run Space, Milano 2012 e Ciò che resta presso Unosolo project room, Milano 2011. Ha partecipato a esposizioni collettive, tra cui: Errors Allowed, Mediterranea 16 – Young Artists Biennial, Mole Vanvitelliana, Ancona 2013, 96ma Collettiva Giovani Artisti alla Fondazione Bevilacqua La Masa, Venezia 2012. Nel 2013 è tra gli artisti che conducono i workshop del progetto MAG-museo aperto ai giovani per il MA*GA di Gallarate.