Tra i monumenti di cui è ricca la provincia di Como, si devono annoverare gli strumenti musicali, che costituiscono un importante patrimonio soprattutto in relazione alla presenza di numerosi e prestigiosi organi.
Non esiste purtroppo, per ora, una pubblicazione che classifichi in modo rigoroso ed esauriente tale patrimonio. Più in particolare, per quanto riguarda gli organi, sono disponibili soltanto studi sparsi ed elenchi manoscritti: davvero troppo poco se si considera quanto in altre parti è stato fatto da tempo.
Ciò nonostante, al di là di queste difficoltà, è possibile ricostruire il quadro della tradizione organaria comasca e cogliere la misura del contributo esperito da organari provenienti dalle vicine province lombarde. Tra i maggiori costruttori di organi lombardi operanti in provincia di Como si ricordano, solo a titolo esemplificativo, i Serassi di Bergamo, gli Antegnani di Brescia, i Bernasconi e gli Ermolli di Varese, i Carrara di Legnano, etc.
Sulla base di fonti documentarie, sappiamo che la cappella musicale del Duomo di Como fu istituita nel 1634. Tuttavia si ha notizia di musici attivi in Cattedrale sin dal XIV secolo. Inoltre sappiamo che agli inizi del XVII secolo alcuni musici si fregiavano del titolo di
maestro di cappella. Vi è da notare, infine, che l'archivio musicale del Duomo conserva composizioni di maestri di cappella dal secolo XVII.
Le testimonianze più antiche sulla presenza dell'organo risalgono al 1441. Da un documento, redatto in quell'anno, veniamo a sapere di adattamenti apportati ad un organo già preesistente. Abbiamo poi notizia di riparazioni effettuate dagli Antegnani e, successivamente, della costruzione di due organi: il primo (1647) costruito da G. Battista Olgiati; il secondo (1650), opera del gesuita fiammingo Guglielmo Hermans, fu uno dei primi strumenti in Italia ad essere dotato di due tastiere.
In seguito si susseguirono vari interventi di restauro e di ampliamento. Tra tutti meritano di essere segnalati quelli ottocenteschi operati da Giuseppe e Carlino Serassi, da Eugenio Biroldi e da Girolamo Carrera. Nel periodo 1881-1890 l'organo subì una radicale trasformazione ad opera di Pietro Bernasconi.
Lo strumento così come ci è giunto è opera della ditta Balbiani Vegezzi Bossi che lo costruì (sotto la guida di Luigi Picchi, allora maestro di cappella ed organista della cattedrale) nel 1932, servendosi in parte di materiale "recuperato" dall'organo antico.