Al posto giusto, al momento giusto – Sembra un destino che la Fondazione Mazzotta di Milano si trovi sempre al centro delle strategie culturali varesine nei momenti più favorevoli. Così è stato poco più di dieci anni fa quando in fase di lancio come sede espositiva il Castello di Masnago si affidò, chiavi in mano, all'esperta casa milanese. Scegliendo, anche furbescamente, come progetto inaugurale quella allettante mostra dedicata agli acquerelli di Hermann Hesse. E vuoi la novità dello spazio, l'opera pittorica dello scrittore tedesco-ticinese portò fin lassù qualcosa come 11 mila visitatori, proiettando, così sembrava, il neonato museo d'arte moderna e contemporanea varesino in una dimensione quantomeno già transfrontaliera. Il rapporto continuò nell'immediato con la mostra dedicata ai fratelli Bugatti, altra esposizione atipica e irrituale, con mobili, sculture e le meravigliose auto d'epoca della casa, parcheggiate all'interno del chiostro del Castello.
La ruota che gira – Il rapporto si concluse alla fine di quella mostra. A più di dieci anni di distanza, l'amministrazione di Varese sta ripercorrendo gli stessi passi. Le cose, nel frattempo, sono cambiate, ma è di nuovo un momento importante, di passaggio e di crescita per i musei varesini. Un nuovo direttore, Andrea Campane, su espressa delega e con la piena fiducia del primo cittadino. Un nuovo conservatore, a punteggiare
con nuove competenze una situazione che da tempo aveva bisogno di organizzazione sistematica e, di nuovo, l'abbraccio con Mazzotta, la fondazione culturale che quest'anno compie i suoi vent'anni di vita. La mostra, attualmente in corso al Castello di Masnago, è il primo frutto di questa rinnovata collaborazione, che intanto ha portato a Varese, una rassegna di livello, non dissimile da quella presentata dall'Accademia Carrara di Bergamo nel 2004 e la presenza di studiosi come Rossi e Valagussa.
La sorpresa – Ma, a quanto dato di sapere, la collaborazione tra comune e Fondazione, non dovrebbe estinguersi qui. Il sindaco Fontana presentando la mostra ha annunciato una grossa sorpresa per Varese e per tramite di Gabriele Mazzotta, il titolare. Una frase lasciata in sospeso dal primo cittadino, senza ulteriori ragguagli, per non bruciarsi le carte e forse perché prematura. Prematuro anche per lo stesso Mazzotta scendere nei dettagli. Ma sembrerebbe strano che il primo cittadino si lasciasse andare nell'annunciare, in questo modo e con evidente soddisfazione, qualcosa di meno che eclatante. Probabilmente, non un'altra mostra, ma qualcosa d'altro.
Un progetto più ampio, forse, più duraturo e stabile per l'offerta culturale della città. Uno di quelli che possono segnare una legislatura. Aspettiamo, con ansia, di saperne di più.