Dopo la mostra filatelica sull'Unità di Italia, ecco che l'Accademia dei Curiosi torna ad argomenti storici e affida la conduzione di una narrazione storica al prof. Colombo, docente di Storia Contemporanea all'Università Cattolica di Milano, in una serata svoltasi nel contesto della festa della Pro Loco di Malnate.
Chi da piccolo non ha letto Cuore? e magari si è commosso di fronte alla storia della piccola vedetta lombarda. Ma il romanzo di Edmondo De Amicis, abile narratore, è molto più che questo, è lo specchio della società dopo l'unità d'Italia, è denso di simboli, come è riuscito a spiegare il prof. Colombo. Che è partito da lontano.
America ed Italia! La storia del far west americano è giunta a noi attraverso i classici western, abbiamo ancora negli occhi i cow boys correre nella prateria e si è colorata dei colori del mito, della leggenda. Al contrario la nostra storia dell'Ottocento appare ai più noiosa, meno affascinante. In realtà è necessario cambiare il punto di partenza, raccontare la nostra storia, e riscoprire in essa i sentimenti più veri, i simboli, che si celano anche dietro un testo come il nostro inno nazionale, spesso banalizzato come una marcetta. Solo così si può diventare veramente Italiani.
Ma come? Importante il legame simbolico, dopo la nascita dello Stato Italiano, fra i sudditi e il loro re. In particolare, in epoca umbertina, il re, la corona, l'esercito incarnano i sentimenti dell'unità nazionale. Come poterli recuperare a distanza di tempo? Il prof. Colombo trova una risposta proprio nella lettura di un passo del libro Cuore.
Il romanzo – Il suo autore, De Amicis, vive la realtà dell'Ottocento, partecipando in prima persona agli eventi dell'epoca, come la terza guerra di indipendenza e la breccia di Porta Pia.
La storia è nota, il romanzo racconta un anno di scuola di un ragazzino di nove anni, Enrico, fra il 1881 e il 1882, in piena epoca umbertina. L'opera ebbe un grande successo, e curiosamente fu pubblicata dall'editore
di "Cuore"
Treves, la prima casa editrice dell'Italia.
Re Umberto. In particolare il Prof. Colombo si dedica a un passo specifico, l'arrivo a Torino del re Umberto accolto da una folla in festa, passo intriso di significati simbolici. Protagonista della scena è il signor Coretti, padre di un amico di Enrico, che porta i bambini ad assistere all'arrivo del sovrano. Coretti padre indossa una medaglia, portata sulla "giacchetta striminzita": è quella medaglia il legame fra lui e il re. Infatti anni prima, durante la terza Guerra di Indipendenza Umberto e Coretti padre furono in guerra assieme. Ecco perché l'uomo, semplice venditore di legname, parla del sovrano in tono familiare, come se lo conoscesse da sempre. In particolare entrambi avevano combattuto nella sedicesima divisione, che si era trovata casualmente coinvolta nella battaglia di Custoza. Uscita vittoriosa dall'assalto degli Austriaci, era entrata nella "mitologia collettiva".
Patriottismo e simboli – Non è un caso che il Signor Coretti, reduce da questo trionfo, riceva un "trattamento di favore". Lo spazio della stazione è pieno, non c'è modo di avvicinarci. Coretti si fa avanti, coi bambini, fino a che è fermato da un poliziotto, ma basta la medaglia sulla giacca striminzita a far cambiare idea al gendarme. A ciò si accompagna la musica, forte, patriottica che scatena nel signor Coretti i ricordi della battaglia: una battaglia rievocata con toni trionfali, accesi, mitici.
Cinema ante litteram – E mentre si avvicina il re Umberto con corteo, la penna di De Amicis si concentra come lo zoom di una macchina da presa su Coretti padre. Questi si stupisce dell'invecchiamento del sovrano e la sua "ma come si è fatto grigio", esprime tutta la familiarità del semplice legnaiolo per l'importante re. L'apice della scena è quando Umberto nota finalmente Coretti e si sofferma sulle medaglie, che divengono un riconoscimento, un segnale simbolico. Una stretta di mano fra i due, un gesto quasi sacrale. E la carezza di Coretti al figlio con la mano "sacra" si trasforma nella carezza del re.
Un evento semplice, però intriso di valori, il patriottismo fra tutti, inteso nella sua migliore valenza, che De Amicis riesce a far filtrare attraverso le pagine del suo racconto.
E da questo evento emergono i sentimenti, le sensazioni dell'epoca, che oggi purtroppo sempre meno trovano spazio nella società. L'intervento del prof Colombo voleva riportare alla luce tutto questo e ci è riuscito pienamente.