L'archeologia non è più, come nell'Ottocento, legata agli oggetti belli e preziosi, da recuperare ed esporre in qualche museo. Oggi l'archeologia è globale, studia il territorio, ne ricostruisce le vicende. E può diventare utile ad amministrazioni comunali e provinciali in chiave di piani di organizzazione territoriale, carte regionali, predisposizione di lavori pubblici.
La carta archeologica. Per questo negli anni è nata la carta archeologica, ovvero una carta geografica di un'area o di una città, dove sono indicati i ritrovamenti archeologici, suddivisi per cronologia e tipologia. Accanto alla versione cartacea, recentemente si è passati a supporti informatici, soprattutto sistemi geografici territoriali, come il gis.
Da Roma alla Lombardia. Esiste chiaramente una carta archeologica di Roma, ma anche i più ricchi capoluoghi lombardi, dove le indagini archeologiche hanno consentito di risalire alla storia più antica, ne sono provvisti. È il caso di Brescia, anticamente Brixia, Bergamo, la romana Bergomum, e la più vicina a noi Como, in epoca romana Novum Comum.
E il Varesotto? Non tanto Varese, i cui ritrovamenti archeologici sono ancora scarsi, quanto la zona del Varesotto è stata protagonista di diverse carte archeologiche. A Sesto Calende, nell'interessantissimo Museo Archeologico locale, un pannello ripropone la carta igm della zona del Ticino, dove sono indicati tutti i ritrovamenti relativi alla civiltà Golasecchiana, distinti in tipologie (abitati e sepolture) e cronologia.
Arsago Seprio. Esemplare la realizzazione della carta archeologica di Arsago Seprio, presente in uno dei pannelli del museo pubblicata nel recentissimo volume "Alle origini di Varese e del suo territorio", realizzata dalla Funzionaria di Sovrintendenza Valeria Mariotti, in collaborazione con l'archeologa, dott.ssa Angela Guglielmetti Anche in questo caso sono stati collocati su una base cartografica aerofotogrammetria in scala 1:2000 i ritrovamenti, con l'aggiunta poi della cartografia catastale dello stesso Comune.
Un importante lavoro dietro le quinte. Per individuare i ritrovamenti è stato compiuto un impegnativo lavoro bibliografico, raccogliendo tutto ciò che riguardasse Arsago Seprio, e consultando l'archivio topografico della Sovrintendenza. Di grande utilità le testimonianze degli ispettori onorari della Sovrintendenza che da oltre quaranta anni seguono gli scavi del territorio arsaghese, il dott. Carlo Mastorgio e la dott.ssa Maria Luisa Alpago Novello Ferrerio.
Il contributo dell'informatica. Ultima tappa è stato il posizionamento dei dati raccolti su base gis, un sistema informativo geografico computerizzato, su diverse basi cartografiche. L'utilità dell'informatica sta proprio nella precisione dei posizionamenti, nella possibilità di incrociare dati e di interroga i database.
Perché una carta archeologica? La carta archeologica è uno strumento utile sia agli studiosi del settore sia agli Enti locali che si occupano di organizzazione territoriale. Infatti, come sottolinea la dott.ssa Mariotti nel volume "Alle origini di Varese e del suo territorio", è un contributo alla conoscenza della topografia, permette di definire la storia degli insediamenti. Ma soprattutto è molto utile anche nell'ambito urbanistico, perché permette di visualizzare le zone "a rischio", dove cioè la costruzione di strade, fognature, posteggi potrebbe intercettare qualche deposito archeologico. In fase quindi di programmazione di interventi pubblici permette di conoscere tutte le potenzialità e le problematiche di un territorio e agire di conseguenza.