Fotografia/realtà/città. Come ha sottolineato la

Mario Giacomelli, Scanno, 1957Mario Giacomelli, Scanno, 1957

curatrice Cristina Casero durante l'incontro di presentazione della mostra, il percorso eterogeneo proposto nelle sale della galleria di Saronno rispecchia i molteplici "sguardi" messi in atto dai singoli fotografi su uno stesso tema e il loro diverso modo di cogliere e interpretare la realtà cittadina, ma anche la natura complessa e difficilmente definibile della fotografia.
Il fascino particolare di un'immagine fotografica deriva in gran parte dal suo rapporto stringente e ineludibile con il reale, di cui conserva memoria e di cui coglie particolari che spesso sfuggono all'occhio umano. Questo non significa che la fotografia sia una registrazione obiettiva e perfettamente realistica del mondo visibile, poiché il reale è sempre restituito interpretato secondo lo sguardo personale del fotografo.

I due celebri scatti di Mario Giacomelli dedicati a Scanno (1957-59) esposti in mostra ci raccontano la cittadina abruzzese attraverso le architetture dipinte di bianco, le vesti nere delle donne e l'intenso volto di una bambina incuriosita dalla presenza del fotografo. Se qui l'interesse antropologico è trasposto in una visione poetica della città e dei suoi abitanti, nelle fotografie di Mario Cresci sul paese lucano di Tricarico si fa più esplicito e diviene quasi indagine sociologica: la macchina fotografica entra nelle case, ritraendo le famiglie contadine e il forte legame con la loro terra, i loro antenati e il loro passato.

Ancora differente il modo di guardare alla città di Uliano Lucas, Gianni Berengo Gardin e Giorgio Lotti, che come fotoreporter hanno collaborato con importanti riviste italiane e straniere, intendendo la fotografia come impegno civile e di denuncia, o di Carla Cerati che in uno scatto ha colto l'avanzare di una manifestazione studentesca del '68 secondo un punto di vista abbassato che sottolinea l'idea di partecipazione collettiva.
La città non è solo campo di trasformazioni sociali, ma luogo di lavoro, tema indagato da Paola Mattioli nel

Franco Fontana, Francoforte, 1982Franco Fontana, Francoforte, 1982

recente ciclo Dalmine e in modo diverso da Ugo Mulas in una fotografia delle Officine Olivetti ad Ivrea del 1956 e spazio privilegiato dell'architettura, come affermano gli scatti di Gabriele Basilico su Berlino.

La città di Franco Fontana è popolata da presenze-assenze e da figure umane ridotte a ombre che ricordano atmosfere metafisiche, quella di Mimmo Jodice è spazio di riflessione e pensiero che va al di là del dato contingente, quelle di Franco Vaccari e di Luigi Ghirri mostrano una visione di marca più concettuale: le fotografie esposte, oltre a restituirci un'immagine ricca e complessa della città secondo i diversi linguaggi e le diverse poetiche, forniscono un significativo spaccato di storia della fotografia italiana dagli anni '50 a oggi.

Sguardi nella città
Il Chiostro arte contemporanea
Saronno, viale Santuario 11
Dal 17 aprile al 29 maggio 2011
A cura di Cristina Casero
Orari: da martedì a venerdì e domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00;
sabato dalle 10.00 alle 12.30 e pomeriggio su appuntamento
Chiusura per festività il 25 aprile
Il 29 maggio a chiusura della mostra si terrà un incontro con il fotografo Uliano Lucas (ore 17:00)
Info: www.ilchiostroarte.it –  info@ilchiostroarte.it