Fotografia/realtà/città. Come ha sottolineato la
curatrice Cristina Casero durante l'incontro di presentazione della mostra, il percorso eterogeneo proposto nelle sale della galleria di Saronno rispecchia i molteplici "sguardi" messi in atto dai singoli fotografi su uno stesso tema e il loro diverso modo di cogliere e interpretare la realtà cittadina, ma anche la natura complessa e difficilmente definibile della fotografia.
Il fascino particolare di un'immagine fotografica deriva in gran parte dal suo rapporto stringente e ineludibile con il reale, di cui conserva memoria e di cui coglie particolari che spesso sfuggono all'occhio umano. Questo non significa che la fotografia sia una registrazione obiettiva e perfettamente realistica del mondo visibile, poiché il reale è sempre restituito interpretato secondo lo sguardo personale del fotografo.
I due celebri scatti di Mario Giacomelli dedicati a Scanno (1957-59) esposti in mostra ci raccontano la cittadina abruzzese attraverso le architetture dipinte di bianco, le vesti nere delle donne e l'intenso volto di una bambina incuriosita dalla presenza del fotografo. Se qui l'interesse antropologico è trasposto in una visione poetica della città e dei suoi abitanti, nelle fotografie di Mario Cresci sul paese lucano di Tricarico si fa più esplicito e diviene quasi indagine sociologica: la macchina fotografica entra nelle case, ritraendo le famiglie contadine e il forte legame con la loro terra, i loro antenati e il loro passato.
Ancora differente il modo di guardare alla città di Uliano Lucas, Gianni Berengo Gardin e Giorgio Lotti, che come fotoreporter hanno collaborato con importanti riviste italiane e straniere, intendendo la fotografia come impegno civile e di denuncia, o di Carla Cerati che in uno scatto ha colto l'avanzare di una manifestazione studentesca del '68 secondo un punto di vista abbassato che sottolinea l'idea di partecipazione collettiva.
La città non è solo campo di trasformazioni sociali, ma luogo di lavoro, tema indagato da Paola Mattioli nel
recente ciclo Dalmine e in modo diverso da Ugo Mulas in una fotografia delle Officine Olivetti ad Ivrea del 1956 e spazio privilegiato dell'architettura, come affermano gli scatti di Gabriele Basilico su Berlino.
La città di Franco Fontana è popolata da presenze-assenze e da figure umane ridotte a ombre che ricordano atmosfere metafisiche, quella di Mimmo Jodice è spazio di riflessione e pensiero che va al di là del dato contingente, quelle di Franco Vaccari e di Luigi Ghirri mostrano una visione di marca più concettuale: le fotografie esposte, oltre a restituirci un'immagine ricca e complessa della città secondo i diversi linguaggi e le diverse poetiche, forniscono un significativo spaccato di storia della fotografia italiana dagli anni '50 a oggi.
Sguardi nella città
Il Chiostro arte contemporanea
Saronno, viale Santuario 11
Dal 17 aprile al 29 maggio 2011
A cura di Cristina Casero
Orari: da martedì a venerdì e domenica dalle 10.00 alle 12.30 e dalle 16.00 alle 19.00;
sabato dalle 10.00 alle 12.30 e pomeriggio su appuntamento
Chiusura per festività il 25 aprile
Il 29 maggio a chiusura della mostra si terrà un incontro con il fotografo Uliano Lucas (ore 17:00)
Info: www.ilchiostroarte.it – info@ilchiostroarte.it