Valganna, punto di partenza la Badia: qui un sentiero che in parte si sovrappone all'antica strada romana porta il fedele o più semplicemente il viaggiatore curioso a scoprire due testimonianze del culto di san Gemolo nel Varesotto.
La fonte – Secondo la tradizione qui si svolse l'atto finale della vita di Gemolo: la fonte d'acqua sarebbe sgorgata dalla terra nel momento della caduta della testa del giovane. In realtà le fonti più antiche ci raccontano che la sorgente già esisteva. Questo luogo era infatti meta di pellegrinaggi e legata ad un altro miracolo.
I sassi rossi – La zona è geologicamente ricca di porfido rosso: spinti dalla pressione dell'acqua i frammenti arrivano alla pozza della sorgente. A causa di un'alga rossa che vi si deposita sopra, assumono un colore ancora più vivo: per questo vennero identificati come le gocce del sangue di San Gemolo. Un tempo lontano, i sassi venivano raccolti come reliquie e fra i tanti "raccoglitori" illustri ci fu anche San Carlo Borromeo.
La cappella – Poche centinaia di metri più in là, ecco la cappella. Scopo dell'edificio è ricordare ai viaggiatori il martirio di Gemolo. Fu costruita nel corso del 1300 e gli ultimi restauri sono degli anni Sessanta. Mentre costruivano l'edificio, sotto l'altare emerse una sorgente, incanalata in un pozzetto ancora visibile. Due sono le date legate all'edificio: il 14 di agosto si festeggia il ritorno a Ganna delle reliquie, avvenuto nel lontano 1941. Il 25 aprile, invece, qui terminavano le Litanie Maggiori.